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Perché non bisogna avere Amazon Echo e Google Home in camera da letto

Secondo una ricercatrice britannica, gli smart speaker continuano ad ascoltare ciò che diciamo anche dopo che abbiamo terminato di dare comandi vocali

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Fonte: Juan Ci / Shutterstock.com

Gli assistenti virtuali come Amazon Echo e Google Home si stanno diffondendo a macchia d’olio anche in Italia. D’altronde basta un comando vocale e loro iniziano a trasmettere musica, accendono le luci di casa, inviano un’e-mail o attivano una videochiamata. Insomma, ci facilitano davvero la vita. Eppure, hanno delle controindicazioni da non ignorare.

Secondo Hannah Fry, matematica esperta in algoritmi e sistemi, questi prodotti ascolterebbero anche le conversazioni più intime scambiate in casa. Per tale motivo dovrebbero essere trattati come veri e propri ospiti, tenendoli lontani da alcuni spazi come la camera da letto e il bagno. Durante un’intervista, la dottoressa Fry, professoressa presso l’University College di Londra, ha riassunto i risultati di alcuni studi personali mirati allo studio approfondito dei dispositivi intelligenti. Il report parla chiaro e rivela alcuni aspetti, spesso nascosti o trascurati, di tali prodotti.

Cosa ascoltano di noi Amazon Echo e Google Home?

Le dichiarazioni della dottoressa Hannah Fry hanno fatto il giro del mondo: secondo la dottoressa questi dispositivi dovrebbero stare lontani da alcuni spazi privati della casa, in particolare del bagno e della camera da letto. Ha affermato, infatti, che gli assistenti virtuali continuerebbero ad ascoltare per diverso tempo dopo la fine del comando vocale. Alcune conversazioni riservate arriverebbero così alle orecchie delle aziende produttrici producendo dei rischi per la privacy.

Assistenti virtuali e rischi per la privacy

Per avvalorare la sua tesi, Hannah Fry ha condotto una ricerca personale. Ha chiesto alle aziende produttrici un campione delle registrazioni. Dopo averle ascoltate, ha constatato che in tante occasioni la rilevazione non si fermava al comando vocale, ma proseguiva diverso tempo dopo, riuscendo così ad ascoltare e salvare anche le parole pronunciate successivamente. Ha avuto così modo di conoscere ciò che le persone si dicono quando pensano di essere al sicuro da orecchie indiscrete, e questo l’ha convinta a lanciare l’allarme. Lei stessa ha affermato di avere posizionato il suo dispositivo al pianterreno della sua abitazione.

Anche le aziende produttrici mettono in guardia gli utenti

La sua non è certo una voce fuori dal coro: le aziende stesse hanno diffuso alcune dichiarazioni preoccupanti. Amazon, per esempio, ha intercettato le attività di Alexa in Gran Bretagna ammettendo che, accanto ai comandi vocali, l’assistente ha captato altri momenti di vita privata, come una donna che cantava sotto la doccia.

Insomma, se da una parte questi prodotti ci hanno semplificato la vita, dall’altro non bisogna sottovalutare i pericoli legati alla privacy. È consigliabile quindi posizionarli lontani da alcuni ambienti della casa, preferendo altri spazi condivisi come il soggiorno o la cucina. Senza contare che esistono dei silenziatori che permettono di avere più sicurezze e garanzie.

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