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Project Alias, il silenziatore per Amazon Echo e Google Home

Uno sviluppatore presenta una sorta di “preservativo” in grado di limitare la libertà "di ascolto" degli assistenti di Google e Amazon e proteggere la privacy

Project Alias Fonte foto: Project alias

“OK Google”, “Hey, Alexa”: bastano poche frasi per allertare gli assistenti vocali del nostro salotto e fare loro domande. C’è da dire, però, che i vari Amazon Echo o Google Home sono costantemente in ascolto per intercettare i comandi impartiti dagli utenti e facilitarne tante delle normali attività quotidiane.

Tuttavia, badare a ciò che si dice, sembra diventare indispensabile anche se ad ascoltarci sono gli altoparlanti intelligenti: curiosi accadimenti hanno verificato casi di registrazioni avviate dall’Assistente Google o da Alexa senza che l’utente ne fosse consapevole. Per ovviare al timore di far recapitare messaggi privati inconsapevolmente, il ricercatore Bjørn Karmann ha ideato Project Alias, un dispositivo che impedisce agli Amazon Echo e ai Google Home di ascoltare le conversazioni quando non dovrebbero farlo,  neutralizzando qualunque assistente digitale se l’utente non avesse effettivamente bisogno di utilizzarlo.

Come funziona Project Alias, il silenziatore che protegge la tua privacy

Il funzionamento di Project Alias si basa su alcune componenti hardware principali: una scheda Raspberry Pi A+, un modulo ReSpeaker 2-Mics Pi HAT con doppio microfono integrato e due Tiny Speaker da 16mm. Così composto, il nuovo silenziatore viene incorporato in un guscio stampato in 3D e installato sopra lo smart speaker Google o Amazon, generando automaticamente rumore bianco per rendere sordi gli assistenti digitali a qualunque tipo di conversazione privata. Un algoritmo di riconoscimento vocale offline disabilita la generazione del rumore bianco quando riconosce una frase di attivazione personalizzata: solo da quel momento, attiverà Google Assistant o Amazon Alexa normalmente, scongiurando così ogni rischio indesiderato.

Project Alias risolve le preoccupazioni sulla privacy degli assistenti vocali?

Come scrivono Karmann e Knudsen sulla pagina web del progetto, “abbiamo avviato Project Alias per dimostrare come utilizzare la cultura dei produttori per ridefinire la nostra relazione con le tecnologie di casa intelligente, delegando più potenza dai progettisti agli utenti finali dei prodotti”: nonostante ciò, le preoccupazioni sulla privacy degli assistenti vocali non trovano tregua.

I sondaggi – condotti da PricewaterhouseCooper nell’aprile 2018 e, più recentemente, da Accenture – hanno rilevato che la mancanza di fiducia nei creatori di assistenti AI potrebbe diventare un ostacolo all’adozione dei consumatori. Tra i residenti negli Stati Uniti, il 18% ha dichiarato di non possedere un dispositivo intelligente con un assistente vocale e, più della metà, designa come causa i problemi di privacy.

Dal canto loro, sia Google che Amazon, si impegnano ad acquisire una serie di brevetti che tutelino la privacy e non utilizzino le registrazioni vocali per pubblicità mirate: le  decine di milioni di altoparlanti intelligenti venduti in tutto il mondo, così come le stime future riguardo gli acquisti vocali, che dovrebbero raggiungere i 40 miliardi di dollari entro il 2022 solo negli Stati Uniti, prefigurano una realtà di altoparlanti intelligenti in cui preservare la privacy non potrà che essere una priorità.