Perché gli scienziati vogliono prendere a cannonate la Luna
Un gruppo di astrofisici americani è convinto di poter prendere a cannonate la Luna per cercare di contrastare il riscaldamento globale
La Luna è la chiave per risolvere il problema del riscaldamento globale. Può sembrare un azzardo, ma è quanto accertato dagli astrofisici che sono convinti del fatto che una serie di cannonate al nostro satellite possa essere di vitale importanza da questo punto di vista. Come si spiega questo ragionamento?
La teoria è tutta americana: l’obiettivo è sostanzialmente quello di “sparare” della polvere lunare tra il Sole e il nostro pianeta per ridurre in modo significativo le temperature. I rischi sarebbero minimi. Il documento di ricerca di cui si sta parlando può sembrare singolare, anche se lo studio che è stato effettuato si basa su anni e anni di approfondimenti.
Perché prendere a cannonate la Luna
Gli esperti che vogliono prendere a cannonate la Luna fanno parte dell’Università dello Utah e dello Smithsonian Astrophysical Observatory di Cambridge. A loro dire, è necessario creare una sorta di scudo solare nello spazio per intervenire sul riscaldamento globale. Per riuscirci è fondamentale estrarre milioni di tonnellate di polvere del nostro satellite per espellerlo poi a circa un chilometro e mezzo dalla Terra. Questi granelli “galleggianti” sarebbero in grado di bloccare in parte la luce solare in arrivo con tutte le conseguenze che si possono immaginare. Non è stato trascurato nemmeno un dettaglio in questo progetto.
In particolare, gli astrofisici statunitensi hanno realizzato dei granelli naturali di polvere per capire quali fossero le dimensioni giuste da modellare. Non è da meno la composizione: oltre alla polvere stessa, bisognerà probabilmente usare carbone e sale marino. Soltanto in questa maniera ci sarà la possibilità di oscurare il Sole fino al 2% circa dopo il lancio nello spazio. A questo punto occorre approfondire la questione del “prelievo”. Come si fa a prendere a cannonate la Luna? I ricercatori hanno parlato anzitutto di 6 milioni di tonnellate come del quantitativo esatto a cui fare riferimento.
Cannonate lunari e non solo
Si dovrà cominciare a estrarre la polvere, setacciarla e caricarla in un dispositivo balistico, più precisamente un cannone elettromagnetico. Gli “spari” nello spazio, poi, dovrebbero ripetersi ogni anno per mantenere lo scudo attivo e funzionante. Per rendere il risultato finale ancora più interessante, non è escluso il posizionamento di una nuova stazione spaziale in un’area dell’Universo che è nota come Lagrange L1, tra la Terra e il Sole per la precisione. La piattaforma avrebbe il compito di indirizzare in modo preciso la polvere su orbite capaci di garantire ombra il più a lungo possibile. Non è la prima proposta di geoingegneria solare di questo tipo che viene formulata, ma ha un vantaggio indubbio.
Rispetto ai progetti precedenti, in questo caso non ci sarebbe alcuna preoccupazione per quel che riguarda l’impatto ambientale. I ricercatori americani sono comunque consapevoli che potrebbe volerci molto tempo prima di concretizzare queste teorie, ma comunque le aspettative rimangono alte. La già citata geoingegneria solare è stata spesso accusata di essere troppo fantascientifica e poco pratica, oltre che costosa, dunque bisogna anche superare questo scetticismo. Non si può negare, però, che le cannonate sulla Luna abbiano un fascino particolare e che di sicuro non lascia indifferenti gli appassionati di questa materia.