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Lo smartwatch campione di autonomia: 21 giorni senza ricarica

La nuova famiglia di smartwatch Amazfit offre 3 modelli, di cui uno con tre settimane di autonomia pur con funzioni molto avanzate

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Nelle ultime settimane vi parliamo spesso di smartwatch, perché questa è una delle categorie di prodotti che sta crescendo più velocemente sul mercato, raccogliendo molta curiosità, motivo per cui vi raccontiamo la nostra esperienza con la nuova famiglia Amazfit, tra cui spicca il modello GTR3, capace di 21 giorni di funzionamento senza ricarica.

Una premessa: nel video che presentiamo oggi mostriamo il modello GTR3 Pro, che è il più grande della famiglia e arriva a 12 giorni di autonomia complessiva e offre solo un paio di dettagli in più rispetto al modello campione di durata, GTR3. In particolare, il modello Pro permette di effettuare le chiamate in vivavoce dall’orologio e di memorizzare alcuni giga di musica direttamente sul polso, per ascoltare poi i propri brani preferiti anche senza il supporto dello smartphone.

Per il resto, però, l’esperienza d’uso è assolutamente identica.

Fonte foto: MisterGadget.Tech

Batteria di lunga durata senza rinunciare alle funzioni più utili

Ovviamente, quando si parla di 21 giorni di durata della batteria, ci si riferisce ad un uso medio del proprio orologio intelligente, con qualche minuto al giorno di allenamento che usa il GPS, misurazione dei parametri biometrici non continuativa 24 ore su 24, e il display utilizzato con luminosità media.

Sono molti i parametri che possono incidere nel consumo della batteria, uno dei più rilevanti è proprio l’accensione del sensore di posizione: se si dovesse affrontare una gara Ultra Trail, usando il GPS per 24 ore, ovviamente la batteria avrebbe una vita estremamente più breve.

Quello che però abbiamo apprezzato dei nuovi smartwatch Amazfit è che non impongano rinunce in nome dell’autonomia, anzi: c’è un display AMOLED estremamente luminoso e con dimensioni generose, mentre di solito i prodotti da indossare con grande autonomia sono quelli che si inseriscono nella categoria delle smartband, quindi con display più piccolo e con funzioni più limitate.

I nuovi prodotti di Amazfit si distinguono anche per un nuovo sensore biometrico, che, in collaborazione con il processore e il software ottimizzato, riduce drasticamente i tempi di analisi di parametri come l’ossigenazione del sangue. Mediamente, ora ci vogliono circa 15 secondi per rilevare uno dei parametri fondamentali per le nostre condizioni di salute.

I nuovi modelli introducono anche un’opzione unica sul mercato: è possibile infatti misurare contemporaneamente tutti i principali parametri biometrici, il battito cardiaco, l’ossigenazione del sangue, la frequenza respiratoria e il livello di stress con un solo clic.  Per chi riesce ad indossare l’orologio anche durante la notte, c’è un efficiente sistema di monitoraggio del sonno.

Fonte foto: MisterGadget.Tech

Le attività sportive sotto controllo

La società cinese che detiene il marchio Amazfit ha cambiato nome, ora si chiama Zepp e per questa ragione il suo nuovo  sistema operativo porta il nome di ZeppOS: è stato adottato per la prima volta proprio con i nuovi modelli di smartwatch e uno dei suoi pregi è quello di saper misurare ben 150 attività sportive.

Tra le discipline che si possono monitorare c’è davvero di tutto, da quelle classiche come la corsa, la palestra, il nuoto, fino a scelte più originali come quella dello yoga o degli sport elettronici.

Per stimolare l’attività sportiva e, in generale per rendere l’attività fisica più intrigante, è stato introdotto un sistema di assegnazione di punteggi, che si traduce nell’indice chiamato PAI Health Assesment System. Tutti i nostri parametri, dal battito cardiaco, l’ossigenazione del sangue, il tasso di stress, alla qualità del sonno, ovviamente unendo il tutto con l’attività fisica svolta, vengono miscelati in un unico valore facile da comprendere chiamato PAI. La sfida è quello di avere il punteggio più alto possibile per un tipo di vita più salutare.

Dimenticare il caricabatterie

Come già anticipato, il tema della durata della batteria non può essere approcciato con termini assoluti: la cifra di 21 giorni è un riferimento di massima, con l’uso medio dell’orologio, che va preso con beneficio di inventario. Quello che si può invece considerare un dato certo è che sarà possibile uscire di casa anche per diversi giorni, magari per una trasferta di lavoro, oppure per un viaggio nel fine settimana, senza la necessità di avere con sé il caricatore, perché anche con un uso particolarmente intenso di Amazfit GTR3 non siamo mai arrivati sotto i 10 giorni di autonomia.

A noi questa famiglia dei prodotti è piaciuta, anche in funzione del prezzo, che è oltremodo competitivo.

 

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