SCIENZA

Emersi strumenti di pietra, le prove più antiche della presenza umana in Europa

Un'incredibile scoperta a partire da alcuni strumenti di pietra rinvenuti in Ucraina: sono la più antica testimonianza della presenza umana in Europa.

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Fonte: Ricerca pubblicata su rivista scientifica Nature

Degli antichi strumenti di pietra emersi da una cava in Ucraina hanno gettato nuova luce sulla nostra storia: potrebbero essere a tutti gli effetti le prove più antiche della presenza umana in Europa. Gli archeologi si sono serviti di nuovi metodi di datazione, non avendo a disposizione reperti fossili, stabilendo che risalgono a oltre 1 milione di anni fa.

L’importante scoperta nella cava di Korolevo

La nuova scoperta, descritta nell’articolo dal titolo East-to-west human dispersal into Europe 1.4 million years ago pubblicato su Nature, è stata possibile grazie al lavoro di un team internazionale guidato dall’Istituto di Fisica Nucleare dell’Accademia ceca delle scienze e ha confermato che gli strumenti di pietra rinvenuti nella cava di Korolevo hanno circa 1,4 milioni di anni.

Il professor Andy Herries, archeologo dell’Università di La Trobe e direttore dell’Australian Archaeomagnetism Laboratory che ha contribuito a datare il sito, ha affermato che si tratta di una scoperta importante perché ci aiuta a comprendere meglio come il nostro antenato diretto – Homo erectus – si sia spostato e successivamente diffuso in Europa.

“In precedenza si pensava che i nostri primi antenati non potessero sopravvivere alle latitudini più fredde e settentrionali senza l’uso del fuoco o della complessa tecnologia degli strumenti di pietra. Eppure qui abbiamo prove che l’Homo erectus viveva più a nord di quanto fosse mai stato documentato in precedenza in questo primo periodo”, ha spiegato Herries che ha lavorato per quattro anni con scienziati provenienti da cinque Paesi e più oltre dieci istituti di ricerca di tutto il mondo.

La più antica testimonianza dell’occupazione umana in Europa

I reperti rinvenuti a Korolevo negli anni Settanta si aggiungono a quelli provenienti dai siti di Artapeuca e Orce in Spagna e disegnano un quadro ben diverso da quello accettato finora. Inizialmente gli archeologi pensavano che questi siti fossero testimonianza di un’occupazione da parte di ominidi provenienti dall’Africa settentrionale, ma gli strumenti di pietra analizzati in Ucraina suggeriscono che provenissero dall’Europa orientale.

“Il professor Herries ha affermato che lo studio fa seguito alla sua ricerca presso la grotta di Drimolen in Sud Africa, dove il suo team ha scoperto il fossile più antico di Homo erectus risalente a due milioni di anni fa – si legge in un approfondimento pubblicato dall’Università di La Trobe -. Da qui sembra che l’Homo erectus sia migrato nell’Asia occidentale alle porte dell’Europa 1,8 milioni di anni fa e poi si sia fatto strada verso quelle che oggi sono la Cina e l’Indonesia forse da 1,6 a 1,4 milioni di anni fa”.

Nello specifico si tratta di alcune pietre scheggiate, ma non casualmente: sono state modellate appositamente da pezzi di roccia vulcanica probabilmente per tagliare le carni e, datando gli strati di roccia sedimentaria attorno ad essi, il team ha potuto capire quanto fossero antichi.

“Questa è la prima prova datata di qualsiasi tipo di essere umano in Europa“, ha detto Mads Faurschou Knudsen, geofisico dell’Università di Aarhus in Danimarca e coautore dello studio. I primi strumenti di pietra di questo tipo finora erano stati trovati nell’Africa orientale e risalgono a 2,8 milioni di anni fa, ha affermato Rick Potts, che dirige il programma sulle origini umane della Smithsonian Institution. Mai prima d’ora era stato trovato un sito del genere così a nord.

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