Sì, secondo gli aztechi questa antica pietra predice la fine del mondo
C'è un antico manufatto azteco che sembra predire quando finirà il mondo: il suo mistero è giunto fino a noi, insieme a tutte le paure e le previsioni della civiltà precolombiana
Alcuni di noi hanno – probabilmente – già sentito questa storia: all’alba del 2012, poco più di una decina di anni fa, in tanti parlavano della previsione dei Maya secondo la quale il mondo sarebbe finito proprio quell’anno. Per un terrore d’impronta mesoamericana che se ne va, però, un altro è pronto ad arrivare: anche gli aztechi, infatti, avevano una loro personale previsione sulla fine del mondo e adesso stiamo tornando a parlarne.
In realtà, però, bisogna fare una piccola precisazione. I miti dell’apocalisse erano estremamente diffusi fra le civiltà precolombiane. Queste popolazioni estremamente avanzate tenevano in grande considerazione la possibilità che da un giorno all’altro tutto potesse finire: faceva parte del loro sistema di credenze. Ed è per questo che le loro ipotesi vanno comunque prese con le pinze.
Uno sguardo alla Piedra del Sol
Ma andiamo subito al sodo: esiste un particolare manufatto, la Piedra del Sol, che da anni lascia tutti a bocca aperta per le sue fattezze. Si tratta infatti di una pietra-calendario, grande circa 3,60 metri di diametro, fatta di basalto e dal peso di ben 24 tonnellate, scolpita accuratamente e divisa in cerchi, ognuno rappresentante diversi elementi che fanno parte della cosmologia e della teologia azteca.
Scoperta nel 1790 a Città del Messico e divenuta parte della collezione del Museo Nazionale di Antropologia della capitale, il monolite è tornato spesso a far parlare di sé. E, secondo la curatrice di arte e archeologia latinoamericana Susan Milbrath, la pietra prevedeva (e prevede?) la fine del mondo. La terribile teoria sarebbe incisa proprio lì, in bella vista, e racchiuderebbe una sorta di monito che dagli aztechi è arrivato fino a noi.
La previsione della pietra
Secondo la Milbrath, che lavora al Museo di Storia Naturale della Florida e da qualche anno è ossessionata dagli usi e i costumi delle antiche città precolombiane, l’immagine che si trova al centro della pietra non è ciò che tutti ritengono essere. Per la precisione, è opinione comune (diffusa tra storici e archeologi) che la minacciosa testa centrale rappresenti Tonatiuh, la divinità azteca del sole, e sulla carta dovrebbe essere il simbolo della vitalità e della ciclicità delle cose.
Per la dottoressa Milbrath non è così. In base ai suoi studi, invece, la rappresentazione del dio è da inquadrarsi nel contesto: intorno a lui sono infatti presenti disegni di artigli che stringono cuori umani e altri simboli non esattamente rassicuranti. Comparandoli con altri disegni e con immagini e glifi del periodo, la Milbrath ha concluso che in realtà, al centro della Piedra del Sol ci sia la rappresentazione di un’eclissi solare totale e devastante, che porterebbe a un’apocalisse globale e sconvolgente.
Fine del mondo sì o no?
Sempre secondo la studiosa, la Piedra del Sol simboleggerebbe anche un calendario di 260 giorni utilizzato per prevedere gli eventi futuri. Sarebbe presente un riferimento a una costellazione estiva e una data, il 4 Olin, ossia il nostro 19 agosto. E l’anno? Non sarebbe una misteriosa previsione se fosse riportato, no? E in effetti, l’anno manca: non è dato sapere quando il Sole morirà/si oscurerà e l’apocalisse si scatenerà.
Ciò che è certo è ogni anno, finché la civiltà azteca è esistita, l’intera popolazione si preparava per impedire l’apocalisse: venivano fatte offerte umane, le donne incinte venivano tenute nascoste e si svolgevano riti d’ogni sorta per impedire quello che, a loro parere, prima o poi sarebbe stato inevitabile. E noi? Noi possiamo solo prendere atto di questa previsione, tenendo conto che no, non c’è niente di certo. E che ancora nessuno, oggi, può davvero prevedere quando finirà il mondo.