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Troppa Intelligenza Artificiale? “Ansia da AI” sempre più diffusa

L’AI sta cambiando tanti aspetti della nostra quotidianità, generando anche un nuovo fenomeno psicologico: l'ansia da AI. Ecco cosa spaventa di più le persone e come controllare il timore.

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L‘intelligenza artificiale sta rivoluzionando molti aspetti della nostra vita, dal modo in cui lavoriamo, a come comunichiamo e interagiamo con il mondo che ci circonda. Catturando fortemente l’interesse di tanti settori e di un gran numero di persone solo poco più di un anno fa, con il suo rapido ed esplosivo progresso ha generato anche un nuovo fenomeno: l’ansia da AI, ovvero la paura e la preoccupazione legate all’impatto dell’intelligenza artificiale sulla nostra società e sul nostro futuro.

Il ruolo dei media

La rappresentazione negativa nei media ha sicuramente avuto un ruolo molto forte nel condizionare il nostro modo di vedere questa tecnologia, come nei film di fantascienza in cui l’AI diventa autocosciente e minacciosa, prendendo talvolta il sopravvento sull’uomo. Per fortuna questo tipo di narrazione è, al momento, molto lontana dalla realtà, ma risulta comunque penso interessante provare ad analizzare questo fenomeno, considerando anche la sua forte e continua diffusione.

Come individuare l’ansia da AI

Le persone che soffrono di ansia da Intelligenza Artificiale possono provare una serie di emozioni negative, con stress e calo della concentrazione, che sono conseguenza di diverse paure, tra cui sicuramente quella di perdere il posto di lavoro. L’idea che l’AI possa automatizzare molti compiti al momento svolti dagli esseri umani è una delle principali cause di ansia.  Solo in Italia, il 77% dei lavoratori è seriamente preoccupato dalla diffusione e dall’applicazione della tecnologia del momento (Osservatorio Politecnico di Milano).

C’è poi una diffusa preoccupazione per la privacy e la sicurezza, in quanto questi strumenti raccolgono e analizzano grandi quantità di dati personali, talvolta in modi non del tutto trasparenti, il che solleva particolari timori nei confronti di dispositivi smart, sistemi di sorveglianza o applicazioni di riconoscimento facciale.

Capire di cosa si parla è fondamentale

La mancanza di trasparenza o comprensione sui processi decisionali dell’AI può generare ansia nelle persone che non si fidano delle tecnologie che non comprendono pienamente. Questo può aumentare anche la percezione della mancanza di controllo.

L’intelligenza artificiale può, infatti, prendere decisioni complesse autonomamente, con conseguenze significative, il che può far sentire le persone impotenti e senza controllo sulle situazioni. Questo si verifica, ad esempio, con strumenti di AI nei sistemi giudiziari, nella medicina o nelle risorse umane. Le persone temono – e non hanno tutti i torti – che le scelte dell’Intelligenza Artificiale possano essere discriminatorie o ingiuste.

Oltre agli elementi citati fin qui, ci sono molti altri fattori che possono contribuire ad aumentare o limitare quest’ansia, tra cui la personalità di ognuno, l’ambiente socio-economico e le esperienze personali.

Come risolvere l’ansia da AI

Quest’ansia è un problema reale ma, per fortuna, ci sono diverse cose che possiamo fare per affrontarla o imparare a limitarla. Si tratta di un fenomeno complesso che non ha una soluzione facile e immediata.

Prima di tutto, è fondamentale informarsi, cercando di capire come funziona l’AI, i suoi meccanismi e quali sono i suoi potenziali benefici e rischi. Questo ci aiuterà a prendere decisioni informate e a ridurre la paura dell’ignoto.

Se da un lato l’AI potrebbe portare ad un’effettiva perdita di posti di lavoro in alcuni settori, è altrettanto probabile che si creino nuove opportunità di lavoro in altri settori. Per questo è utile sviluppare nuove competenze: l’intelligenza artificiale sta già cambiando il mercato del lavoro e creerà nuovi spazi e professionalità.

È importante essere preparati a questo cambiamento sviluppando nuove skills, magari iniziando a programmare (con, ad esempio Python, JavaScript, SQL) o utilizzare in modo professionale l’AI generativa, adattandosi così alle nuove richieste del mondo del lavoro.

Qualora il disagio diventi eccessivo e inizi a interferire con la vita quotidiana, è importante chiedere un aiuto professionale.

L’AI può essere un grande alleato

L’intelligenza artificiale è uno strumento potente che, se ben regolato (ad esempio grazie al quadro normativo dell’AI Act) e utilizzato in modo trasparente, è in grado di perfezionare e amplificare le nostre competenze, migliorando la vita quotidiana in molti modi. Tuttavia, considerando anche che ci troviamo in fase di sviluppo, con scarse conoscenze sull’impatto che potrebbe avere in futuro, è importante essere consapevoli dei potenziali rischi e prendere provvedimenti per affrontarli.

Affrontare queste preoccupazioni richiede una combinazione di regolamentazioni efficaci, trasparenza nell’uso dell’AI, educazione sulle sue implicazioni etiche e un uso consapevole delle tecnologie per mitigare i rischi e massimizzare i benefici.

L’idea di un’intelligenza artificiale che eclissi e “prenda il sopravvento” su quella umana, sebbene affascinante per la fantascienza, è ancora lontana dalla realtà. Nonostante gli straordinari progressi compiuti, l’AI attuale, per quanto sofisticata, rimane un insieme di algoritmi e dati, priva della complessità e della sfumatura dell’intelligenza umana. Questi strumenti sono al momento eccellenti nell’elaborazione di grandi quantità di dati, nell’identificare pattern e nell’eseguire compiti specifici con precisione e velocità.

Tuttavia, mancano della comprensione profonda del mondo e di sé stessi che caratterizza l’essere umano: la coscienza, l’empatia, la creatività e la capacità di ragionamento astratto sono qualità intrinsecamente umane che sfuggono ancora – e probabilmente sfuggiranno a lungo – all’intelligenza artificiale.

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