SCIENZA

Sa mimetizzarsi e striscia: scienziati in allerta per questo verme tossico

Il loro numero è in netto aumento anche a causa del cambiamento climatico: questo verme infestante e tossico sta mettendo in allerta gli scienziati

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A un primo e superficiale sguardo, potrebbe sembrare del tutto innocuo. Certo, il suo aspetto è viscido e non esattamente tenero, ma probabilmente non immagineremmo quanto questo verme tossico sia in grado di fare grandi danni. Eppure il Bipalium, che viene comunemente chiamato verme martello, sta mettendo in allerta gli scienziati per diverse ragioni, in primis la sua elevata capacità di secernere una tossina estremamente nociva.

Nell’ultimo mese questi esseri striscianti hanno cominciato a moltiplicarsi in maniera sempre più veloce, quasi incontrollata, e sono diventati una vera e propria minaccia negli Stati Uniti, dove sembrano aver colonizzato le aree intorno a Washington. Ma attenzione, se credete che in Italia non esista vi sbagliate di grosso.

Com’è fatto il verme tossico?

Il più comune dei vermi martello tossici si distingue per un corpo lungo circa 2,5 centimetri, viscoso (è ricoperto di uno strato di muco) e per un colore che va dal giallo chiaro al marrone scuro, talvolta striato. In realtà, però, ne esistono diverse sottospecie, che hanno in comune quella che è la caratteristica principale, da cui prendono il nome: la testa leggermente piatta, larga e con padiglioni auricolari laterali allungati che le conferiscono proprio la forma di un martello.

Altre due cose importanti che tutti i vermi martello condividono sono il tessuto epidermico monostratificato, sotto il quale si trovano strati muscolari lisci e resistenti, e la presenza di una regione altamente ciliata sul ventre, che rende loro molto più facile attaccare e annichilire le loro vittime. Sì, perché questi vermi sono degli implacabili predatori, che grazie alle secrezioni appiccicose, ai loro peli e ai loro muscoli immobilizzano e iniziano già a mangiare i loro bersagli.

Perché è pericoloso?

Uno dei motivi per cui i vermi martello sono pericolosi è la tetrodotossina, potente neurotossina che può portare gli esseri umani alla morte per insufficienza respiratoria. Certo, le quantità che secerne un singolo verme non sono neanche lontanamente sufficienti a uccidere un uomo, ma considerata la sua ampia presenza nelle coltivazioni destinate al consumo umano, gli scienziati sono già in allerta.

In più, vista la sua natura predatoria, il verme martello tende a distruggere gli ecosistemi all’interno dei quali prolifera e attualmente, per via del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, gli ambienti dove può introdursi senza avvertire alcun tipo di contraccolpo a livello ambientale sono sempre di più.

Il verme martello in Italia

Come abbiamo detto all’inizio, il verme martello ha iniziato a diffondersi anche in Italia e, considerati i tristi mutamenti che interessano l’intera pianeta – e di conseguenza anche la nostra Penisola – non è affatto detto che la sua presenza non si moltiplichi esattamente come avvenuto negli Stati Uniti. La prima volta che è stato avvistato nel nostro Paese risale al 2020, anno della pandemia: per questa ragione, la specie “italiana” è stata ribattezzata Humbertium Covidum.

Il suo impatto, già allora, è stato piuttosto preoccupante: essendo una specie aliena, arrivata con buone probabilità all’interno di alcuni stock di terriccio d’importazione, non aveva (e non ha) dei predatori naturali che potessero minimizzarne la diffusione. Tra il 2021 e il 2022 ne sono stati avvistati sempre di più, con una particolare concentrazione in Veneto ed è per questo che diverse Regioni hanno invitato la popolazione a inviare apposite segnalazioni, in modo tale da contenere eventuali picchi.

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