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SCIENZA

Sembrano fili simili a vermicelli, ma attenzione: è un superbatterio dell'acqua

Sono stati individuati ai Caraibi dei batteri davvero impressionanti, che rivoluzionano tutto quello che pensavamo di sapere su questi microrganismi

Ogni tanto la natura ci mette di fronte a delle novità che mettono in dubbio tutto quello che pensiamo di aver sempre saputo su uno specifico argomento, tutte le certezze che davamo per scontate. È appena successo in una foresta di mangrovie, con dei batteri incredibili.

I batteri giganti

Siamo ai Caraibi, nelle acque di una foresta di mangrovie. Qui alcuni ricercatori hanno scoperto una specie di batteri che è perfettamente visibile a occhio nudo: possono infatti crescere fino a raggiungere le dimensioni (e la forma) di una ciglia umana.

Queste cellule sono i batteri più grandi mai osservati, migliaia di volte più grandi di quelli più noti. “Per i batteri, incontrarne uno di questa specie sarebbe come se un umano incontrasse un suo simile delle dimensioni del Monte Everest”, ha spiegato Jean-Marie Volland, microbiologo del Joint Genome Institute di Berkeley, in California. Il nome ufficiale del batterio è Thiomargarita magnifica, e la scoperta è stata pubblicata sulla rivista scientifica Science.

Quando sono stati individuati, i microbi sembravano vermicelli bianchi, posati sulle foglie morte che galleggiavano nell’acqua. All’inizio i ricercatori non sapevano cosa avessero trovato: qualcuno ha ipotizzato che fossero funghi, piccole spugne o qualche altro eucariote. È stato solo quando hanno estratto il DNA dai campioni in laboratorio, che è arrivata la rivelazione sconcertante: si trattava di batteri, di singole cellule di dimensioni gigantesche.

La scoperta risale al 2009, ma le ricerche si sono mosse con estrema lentezza per un problema di difficile risoluzione: i ricercatori che stanno studiando queste cellule non sono in grado di farle crescere in laboratorio. Quindi ogni volta che vogliono condurre un esperimento devono tornare nella foresta di mangrovie dei Caraibi e mettersi a cercare quei sottili filamenti simili a vermicelli. E negli ultimi due mesi sono scomparsi: i ricercatori non sono riusciti a trovarli.

Come funzionano i batteri

I batteri sono microrganismi viventi, in teoria impossibili da vedere a occhio nudo, solitamente unicellulari, e diffusi ovunque. Non sempre sono portatori di malattie, anche se dovremmo tenerli d’occhio, soprattutto in casa: alle volte sono utili o addirittura necessari per la sopravvivenza dell’uomo, altre volte possono aiutarci con il problema dell’inquinamento.

La loro prima osservazione risale al 1676, quando il naturalista olandese Antoni Van Leeuwenhoek si grattò un dente e mise sotto la lente di un rudimentale microscopio quello che ne era uscito. Vide quelli che chiamò “piccoli animali” muoversi, a migliaia. Da allora, ne sono stati scoperti tantissimi.

Ogni cellula batterica è un organismo a sé stante, cioè può crescere e dividersi in una coppia di nuovi batteri. Ma le cellule batteriche spesso vivono insieme: nei laghi e nei fiumi, alcune cellule batteriche si uniscono per formare minuscoli filamenti.

Le cellule animali, così come quelle umane e dei funghi, sono molto più grandi dei batteri, e di conseguenza anche molto più complesse: per prima cosa, hanno una sorta di scheletro interno che impedisce loro di collassare su se stesse. Inoltre hanno un nucleo ben distinto dal resto della cellula: i batteri invece in un certo senso sono il nucleo, e non hanno altri organelli come il citoplasma o la membrana cellulare.

All’interno delle cellule di Thiomargarita magnifica, invece, i ricercatori hanno scoperto una struttura bizzarra e complicata. Le loro membrane hanno molti tipi diversi di compartimenti, diversi da quelli presenti nelle nostre cellule, ma che potrebbero consentire a questo batterio di crescere fino a dimensioni enormi. Alcuni dei compartimenti sembrano essere fabbriche di produzione di carburante, altri assomigliano notevolmente ai nuclei delle cellule umane. Ognuno di questi compartimenti contiene un anello di DNA: mentre una tipica cellula batterica ha un solo anello di DNA, la Thiomargarita magnifica ne ha centinaia di migliaia.

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