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Una città rischia di sprofondare in Italia: l'allarme

Il World Heritage dell'Unesco non ha usato mezzi termini, la città di Venezia rischia di sprofondare se non si interverrà in tempo

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Una grande realtà sorta dal grembo del mare: lo scrittore Johann Wolfgang Goethe ha utilizzato parole a dir poco romantiche per descrivere la città di Venezia, mentre invece il World Heritage dell’Unesco è stato un po’ meno tenero. La località lagunare potrebbe essere interessata in futuro da cambiamenti gravi e irreversibili.

Secondo l’agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ci dovrebbe essere un aggiornamento per quel che riguarda i patrimoni dell’umanità da considerare in pericolo. È un monito piuttosto pesante, in poche parole lo scenario prospettato per Venezia è quello di un lento sprofondamento, ma da cosa dipende questo allarme?

Il progressivo deterioramento di Venezia

Quello che si augura il World Heritage dell’Unesco è che ci sia una gestione ben diversa della città veneta. Già due anni fa si era parlato di qualcosa di simile, anche se poi tutti i pericoli erano prontamente rientrati. Quanto fatto per contrastare il progressivo deterioramento, però, viene considerato insufficiente. In particolare, gli interventi non terrebbero conto dell’arrivo costante di turisti e delle acque alte che hanno una frequenza decisamente elevata. L’agenzia dell’ONU non ha risparmiato critiche proprio a nessuno in questo caso, persino agli edifici più alti che avrebbero un impatto negativo. Invece che in centro, quindi, la proposta è stata quella di costruirli il più lontano possibile.

L’ingresso ufficiale di Venezia nella celebre lista del Patrimonio Universale dei Beni Culturali risale al 1987. La motivazione fu piuttosto chiara: “per l’unicità e la singolarità dei suoi valori culturali, costituiti da un patrimonio storico, archeologico, urbano, architettonico, artistico e di tradizioni culturali eccezionale, integrato in un contesto ambientale, naturale e paesaggistico straordinario”. I rischi della Venezia attuale sono molto diversi rispetto a quelli di 36 anni fa, per il World Heritage ci sarebbe un’alterazione permanente in agguato. Se non altro la città lagunare sarebbe in “buona” compagnia nel caso in cui dovesse entrare a far parte della già citata black list.

Gli ostacoli che mettono in difficoltà Venezia

Anche Cirene (importante sito archeologico per conoscere la cultura greco-romana), in Siria, e Assur, la prima capitale dell’Assiria che si trova nell’attuale Iraq, sono in pericolo. Lo stesso discorso vale per la città vecchia di Gerusalemme. Vale la pena sottolineare come il giudizio dell’Unesco sia comunque una semplice indicazione, con la stessa agenzia che ha precisato come i problemi veneziani possano essere risolti. Gli ostacoli sarebbero però sostanzialmente due, vale a dire l’assenza di una visione strategica comune e il coordinamento poco efficace tra le autorità, sia locali che nazionali. Le reazioni dopo la sortita del World Heritage non si sono fatte attendere.

Come era facilmente intuibile, la politica ha voluto dire la sua. C’è chi ha parlato senza mezzi termini di “stigmatizzazione del fallimento”, ma anche chi ha preteso un cambio radicale nella gestione del turismo a Venezia. Alcuni enti, come ad esempio la Confindustria locale, ha invitato l’Unesco a dare una mano per salvaguardare la città, sottolineando come si stia comunque già facendo molto. Un doppio allarme nel giro di pochi anni non può essere sottovalutato, di sicuro per tutelare il fascino di una località così unica servirà uno sforzo ancora maggiore.