SCIENZA

Vicino a un tempio Maya è avvenuto un imponente ritrovamento

Una scoperta mozzafiato: gli archeologi hanno riportato alla luce dei resti umani che potrebbero avere fino a 2000 anni, insieme a innumerevoli e antichissime offerte cerimoniali

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Fonte: INAH - Proyecto Moral-Reforma

Il legame tra la vita e la morte, entità tanto opposte quanto intimamente e inscindibilmente legame, è uno dei (molteplici) punti di partenza da cui gli studiosi si muovono per conoscere meglio i popoli del passato. A offrire numerose testimonianze su quanto il culto dei morti fosse sentito è la civiltà Maya, che torna ancora una volta a stupire gli archeologi per via di un imponente ritrovamento che racconta una storia a dir poco intrigante.

La scoperta, che porta la firma degli archeologi dell’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia del Messico (INAH), è avvenuta vicino a Balancán, comune dalla storia antichissima che, a quanto pare, potrebbe nascondere ancora una serie di reperti e resti estremamente esplicativi.

Il ritrovamento vicino al tempio-piramide

Prima di arrivare alla scoperta, occorre spiegare che gli archeologi dell’INAH erano al lavoro in una zona già nota per aver accolto un insediamento maya. Gli studiosi stavano lavorando poco distante da un tempio-piramide ritrovato relativamente di recente (la sua scoperta risale a circa dieci anni fa), con l’obiettivo di mettere in sicurezza l’intero sito. Proprio per mettere in sicurezza l’area, però, gli archeologi hanno avviato dei lavori di scavo e consolidamento.

Questi lavori dovevano portare alla luce una serie di gradoni che si trovavano ancora sepolti e in leggera pendenza. Per riuscire ad agire senza provocare dei danni, però, gli studiosi hanno dovuto cominciare a scavare a partire da una ventina di metri dalla base ed è proprio facendo questo che si sono trovati davanti a qualcosa di inatteso: due gruppi di sepolture, uno risalente al periodo tardo-classico (tra il 600 e il 900 d.C) e una ancora più antica.

In tutto, fra il primo e il secondo gruppo, gli archeologi hanno contato una ventina di tombe/sistemazioni funerarie comprendenti ossa, teschi e altri resti umani. In base ai lavori finora svolti si ritiene che il secondo gruppo risalga ad almeno 2.000 anni fa. A far pensare a tale datazione sono una serie di conchiglie, perline di giada, punte di frecce e aghi ossei che farebbero parte del corredo cerimoniale, ovvero quelle offerte che venivano sistemate insieme ai corpi per compiacere eventuali divinità.

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Il mistero dietro ai resti umani

Ed è proprio qui che la storia si fa intrigante: gli archeologi sono del tutto convinti che le tombe siano strettamente connesse a un culto inquietante e misterioso, perché sia le offerte che le ossa ritrovate hanno delle particolarità davvero strane. Le offerte sono sempre posizionate in modo tale da circondare il corpo, quasi come a incorniciarlo e a renderlo più evidente per la divinità e i corpi sono molto simili l’uno all’altro.

Tutti i resti, infatti, appartengono a dei giovani adulti, per lo più di sesso maschile e presentano una deformazione tabulare obliqua, ossia un’intenzionale modifica del cranio ottenuta iniziando a immobilizzare la testa in età precoce. Ai tempi dei Maya, questa deformazione era in qualche modo sinonimo di elevazione dello status e, sempre in base a quanto supposto dagli archeologi, in questo specifico caso avrebbe designato delle “vittime preziose“. A confermare questa ipotesi ci sarebbero altre due scoperte: i denti sono stati limati per avere tutti pari misura e sono stati realizzati degli intarsi in giada nella parte frontale degli incisivi.

Il culto Maya e le ipotesi

Alla luce di tutto questo, gli studiosi ipotizzano che il tempio-piramide e i suoi dintorni fossero consacrati a una divinità della morte o degli inferi. Alcuni teschi mostravano anche dei segni di decapitazione, ma l’analisi delle ossa non ha mostrato segno di denutrizione o sofferenza, cosa che lascia intendere che le vittime, appunto, fossero tenute in salute e, addirittura, fossero probabilmente consapevoli della loro sorte.

In ogni caso, dopo questo ritrovamento, sono stati autorizzati nuovi scavi intorno al tempio-piramide di Balancán: gli archeologi dell’INAH sono infatti convinti che questo ritrovamento sia solo l’inizio e che l’intera area riservi ancora moltissime sorprese.

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