SCIENZA

Individuati 7 asteroidi vicini alla Terra: ma sono pericolosi?

Alcuni asteroidi vicini alla Terra sono stati scoperti dal nuovissimo telescopio Vera Rubin in Cile: la memoria torna a qualche mese fa, il nostro pianeta cosa rischia davvero?

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Un nuovo capitolo nell’osservazione del cosmo si apre grazie alle prime immagini catturate dal telescopio Vera Rubin, in funzione dal cuore delle Ande cilene. Tra i risultati più sorprendenti di queste prime ore di indagine, spicca la scoperta di ben 7 asteroidi vicini alla Terra. Dobbiamo preoccuparci per un possibile impatto? Ecco cosa sappiamo.

Un telescopio rivoluzionario

Sulla vetta del Cerro Pachón, a più di 2.600 metri d’altitudine, l’osservatorio astronomico in Cile ospita quello che molti definiscono il telescopio più potente mai costruito. Con la sua fotocamera digitale da 3.200 megapixel, il Vera Rubin è stato progettato per osservare l’intero cielo australe ogni pochi giorni, accumulando immagini che, sovrapposte, permetteranno di scovare corpi celesti mai visti prima.

In sole dieci ore di funzionamento, l’occhio elettronico del Rubin ha individuato più di duemila nuovi asteroidi. Tra questi spiccano proprio i 7 asteroidi vicini alla Terra, un dato che cattura subito l’attenzione di chi teme il rischio d’impatto con il nostro pianeta.

Asteroidi pericolosi per la Terra? La risposta degli esperti

Quando si parla di asteroidi pericolosi per la Terra, l’immaginario collettivo corre subito a scenari da film apocalittici. La verità, rassicurano gli scienziati, è molto diversa: i 7 nuovi corpi rocciosi non rappresentano alcuna minaccia immediata. Secondo i calcoli preliminari, le loro orbite non incrociano traiettorie critiche per il pianeta.

Tuttavia, la caccia a potenziali minacce continua. Si stima, infatti, che l’osservatorio astronomico in Cile possa arrivare a catalogare nei prossimi anni oltre 90.000 nuovi asteroidi, molti dei quali classificabili come vicini alla Terra. Un dato che dovrebbe sottolineare l’efficacia dei nuovi strumenti nel monitorare lo Spazio, più che far spaventare.

Cosa osserva davvero il telescopio Vera Rubin

Oltre a individuare asteroidi, Rubin sarà impiegato attivamente anche per diversi ruoli chiave, cioè lo studio di galassie lontane, della materia oscura nell’Universo e dell’energia oscura. Si tratta di componenti ancora misteriose che costituiscono la maggior parte del cosmo. Grazie a una tecnica di osservazione innovativa, che combina migliaia di immagini nel tempo, sarà possibile scovare persino oggetti debolissimi e lontanissimi.

Uno degli obiettivi più affascinanti resta la ricerca del cosiddetto Pianeta Nove, un ipotetico gigante ghiacciato che potrebbe orbitare ai confini del Sistema Solare, oltre Nettuno. Se esiste, sarà proprio il telescopio Vera Rubin a fornirci le prime prove concrete della sua presenza.

Più sicurezza e meno sorprese dallo Spazio

Gli scienziati concordano: l’unico modo per prevenire un possibile impatto di asteroidi pericolosi per la Terra è individuarli per tempo. Progetti come quello del Rubin, sostenuto da collaborazioni internazionali e da agenzie spaziali come la NASA, mirano a creare mappe dettagliate di tutti i corpi minori che gravitano nelle vicinanze della Terra.

Se un giorno uno di questi corpi mostrasse segni di rotta pericolosa, gli strumenti di difesa planetaria – come le missioni di deviazione orbitale – potrebbero entrare in azione. Ecco perché la scoperta dei 7 asteroidi vicini alla Terra non è motivo di allarme, ma di consapevolezza: conoscerli oggi significa proteggersi domani.

L’Universo sotto controllo, tra scienza e futuro

Dalle prime immagini di galassie lontane ai dettagli sulle rocce spaziali, il telescopio Vera Rubin promette di rivoluzionare la nostra comprensione del cosmo. Nei prossimi dieci anni saranno raccolti dati utili non solo a individuare asteroidi nell’arco del 2025 – o futuri corpi potenzialmente pericolosi – ma anche a rispondere alle domande più profonde sull’origine e l’evoluzione dell’Universo.

Con ogni nuova immagine, l’umanità avanza di un passo, sapendo che ciò che osserviamo lassù può raccontarci molto anche su ciò che accade quaggiù.

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