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SCIENZA

Nello Spazio potrebbero esserci nuove potenziali lune, l'incredibile scoperta

Scoperte nuove lune nello Spazio, in orbita intorno a oltre 350 asteroidi: le rivelazioni degli scienziati che lavorano alla missione Gaia dell'ESA

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La missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha compiuto un significativo progresso esplorativo, individuando nuove potenziali lune nello Spazio, attorno a più di 350 asteroidi.

Questa scoperta è davvero notevole perché molti di questi asteroidi non erano precedentemente noti per avere “compagni”. Gaia, già riconosciuta per le sue capacità di rilevamento dei cosiddetti “asteroidi binari”, ha dimostrato la sua abilità anche nelle cosiddette ricerche “cieche” per identificare nuove lune. Tutto ciò sottolinea il suo ruolo fondamentale nello studio dei corpi celesti che popolano il nostro Sistema Solare.

Le nuove potenziali lune nello Spazio

I dati raccolti da Gaia sono stati cruciali per confermare l’esistenza di satelliti asteroidali. La tecnica utilizzata dalla missione sfrutta i dati astrometrici ultra precisi del telescopio, i quali rivelano piccole oscillazioni nella posizione degli asteroidi, causate dalla presenza di un compagno orbitante.

Si tratta di un approccio simile a quello impiegato nello studio delle stelle binarie, dove la trazione gravitazionale reciproca dei due corpi causa variazioni osservabili nei dati di posizione.

Il rilevamento di asteroidi binari è articolato perché molti di essi sono piccoli e distanti dalla Terra. Nonostante ci si aspetti che circa un sesto degli asteroidi abbia un compagno, solo circa 500 su un miliardo di questi sono noti finora, quindi identificati come sistemi binari.

La nuova scoperta di Gaia aggiunge 352 nuovi candidati a questo elenco, quasi raddoppiando il numero di asteroidi con lune attualmente conosciuti. Un fatto che suggerisce come vi siano ancora molti satelliti asteroidali non scoperti, il che apre nuove possibilità per la ricerca astronomica.

Gli asteroidi offrono una visione unica sulla formazione e l’evoluzione del Sistema Solare, e proprio lo studio degli asteroidi binari è particolarmente prezioso per comprendere come i corpi celesti si plasmano, si scontrano e interagiscono nello spazio.

L’importanza della missione Gaia dell’ESA

Dal suo lancio nel 2013, Gaia ha continuamente fornito informazioni dettagliate, migliorando la nostra comprensione del cosmo. Nel suo terzo rilascio di dati, ha determinato le posizioni e i movimenti di oltre 150.000 asteroidi con una precisione senza precedenti, permettendo agli scienziati di identificare la caratteristica “fluttuazione” causata dalla presenza di un compagno orbitante.

Inoltre, Gaia ha compilato la più vasta raccolta mai realizzata di “spettri di riflettanza” degli asteroidi, fornendo informazioni essenziali sulla chimica, il colore e la composizione di questi oggetti. L’accuratezza dei dati sulle orbite degli asteroidi è stata migliorata di 20 volte nel terzo catalogo di Gaia, e si prevede che nel quarto catalogo, atteso per la metà del 2026, questo numero aumenterà ulteriormente.

Timo Prusti, scienziato di progetto per Gaia presso l’ESA, ha sottolineato come la missione stia rivelando numerosi segreti del cosmo, sia all’interno che all’esterno del nostro Sistema Solare, dimostrando straordinarie innovazioni scientifiche.

La missione Hera dell’ESA, prevista entro la fine dell’anno, esplorerà ulteriormente gli asteroidi binari. Questo mandato seguirà la missione DART della NASA, che nel 2022 si è scontrata con Dimorphos, una piccola luna orbitante attorno all’asteroide Didymos. Hera condurrà un’indagine post-impatto su Dimorphos, diventando la prima sonda a incontrare un sistema binario di asteroidi.

Pochi anni fa, sempre Gaia ha aiutato gli astronomi a osservare l’ombra proiettata da Didymos durante il suo passaggio davanti a stelle più distanti, attraverso una tecnica nota come occultazione stellare. La praticabilità di questa tecnica è stata migliorata grazie alle mappe stellari ultra precise e alle orbite degli asteroidi fornite dalla missione, dimostrando il suo immenso valore per l’esplorazione del Sistema Solare.

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