Avvistati cuccioli di globicefalo tra branchi di orche: perché si tratta di un fenomeno raro
In Islanda hanno visto dei cuccioli di globicefalo tra le orche, un fenomeno raro che solleva dubbi su predazione, gioco o cura parentale.
Le acque fredde al largo dell’Islanda sono state teatro di un fenomeno tanto affascinante quanto insolito: la presenza di cuccioli di globicefalo (delfini o balene pilota) che nuotano in stretta vicinanza con branchi di orche assassine. Questa interazione interspecifica, documentata negli ultimi anni, ha lasciato perplessi gli scienziati, che stanno cercando di decifrare il significato dietro a questi rari incontri.
Piccoli globicefali nuotano con le orche
Il team di ricerca guidato da Chérine Baumgartner dell’Icelandic Orca Project ha osservato questi episodi dal 2021 al 2023, raccogliendo dati e ipotesi nel nuovo studio dal titolo Interactions Between Killer Whales (Orcinus orca) and Neonate Long-Finned Pilot Whales (Globicephala melas) off South Iceland, pubblicato su Ecology and Evolution.
Il primo avvistamento significativo risale al giugno 2022, quando la Baumgartner si trovava a bordo di un gommone per osservare un branco di orche assassine (Orcinus orca) intente a nutrirsi di aringhe. In quell’occasione notò qualcosa di strano in un giovane membro del gruppo: era molto più piccolo del normale e, soprattutto, non presentava la tipica colorazione bianco-nera delle orche neonate.
Si trattava di un cucciolo di globicefalo (Globicephala melas). Per quasi tre ore il team ha osservato questa insolita interazione, in cui il piccolo cetaceo nuotava accanto a un’orca femmina in quella che gli scienziati definiscono una “posizione a scaglioni”, vale a dire in posizione leggermente arretrata rispetto all’esemplare adulto.
Ma questo avvistamento non è stato un caso unico. Episodi simili si sono ripetuti annualmente dal 2021 al 2023, coinvolgendo sempre diversi individui di globicefalo (delfini di colore grigio scuro con una fronte bulbosa) e branchi di orche. In alcuni di questi episodi le orche hanno occasionalmente spinto il piccolo, ma è nel 2023 che è accaduto qualcosa di ulteriormente “strano”: un cucciolo è stato visto nuotare davanti al gruppo, probabilmente mentre tentava la fuga, e a un certo punto è stato persino sollevato a pancia in su sul dorso di un’orca.
Predazione, gioco o istinto parentale, le ipotesi degli scienziati
Sono interazioni complesse oltre che rare, che la dottoressa Baumgartner e i colleghi hanno provato a spiegare. Le ipotesi attualmente sono tre: predazione, gioco o genitorialità.
Dal momento che alcune orche islandesi sono note per nutrirsi di foche comuni e focene, la prima ipotesi è che i globicefali siano per il branco come una sorta di “pranzo vivente”. La Baumgartner fa notare, però, che le orche in questione si nutrono prevalentemente di pesce e non hanno mostrato un comportamento apertamente aggressivo nei confronti dei cuccioli di questa specie. Non si può escludere del tutto la predazione, ma è considerata l’ipotesi meno probabile.
La seconda ipotesi riguarda l’aspetto ludico del comportamento delle orche. Il team ha ipotizzato, in sostanza, che stessero semplicemente giocando con questi piccoli o che li usassero per esercitarsi nelle loro tecniche di caccia. Le orche islandesi sono note per le loro strategie di raggruppamento delle aringhe e potrebbero aver incluso i cuccioli di globicefalo in questi “giochi di caccia”.
E poi c’è la terza, interessante ipotesi. Balene e delfini in natura mostrano spesso comportamenti di cura verso i cuccioli all’interno del proprio branco. Seppur raramente, in alcuni casi i delfini hanno persino “adottato” cuccioli appartenenti ad altre specie. Vale anche per orche e globicefali? La Baumgartner lo ritiene improbabile, data la brevità delle interazioni e considerando che i giovani globicefali avrebbero probabilmente bisogno di latte, ma nessuna delle orche femmine coinvolte era in allattamento.
“Potrebbe essere che le orche abbiano incontrato la balena pilota in modo opportunistico, e alcuni esemplari abbiano giocato con lei, mentre altri abbiano cercato di nutrirla”, suggerisce Baumgartner. Le tre possibilità non si escludono a vicenda, ma le domande restano ancora senza risposta: come le orche si sono imbattute nei cuccioli di globicefalo? E che fine hanno fatto questi piccoli? Sono stati perduti oppure abbandonati? Sono riusciti a fuggire dal branco o sono morti a causa delle interazioni con esso?
Filipa Samarra, coautrice dello studio, ipotizza che questi rari incontri potrebbero essere conseguenza del cambiamento climatico, che spinge i globicefali a seguire i banchi di sgombri in acque più calde, sovrapponendosi così all’areale delle orche.