SCIENZA

Meteo spaziale estremo, i raggi X minacciano la vita sugli esopianeti

La presenza (e l'evoluzione) di forme di vita multicellulari sugli esopianeti è minacciata da condizioni meteo estreme, anche nelle fasce che prima erano considerate abitabili

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Fonte: NASA/CXC/SAO/S.Wolk, et al.; Illustration: NASA/CXC/SAO/M.Weiss; Image processing: NASA/CXC/SAO/N. Wolk

Il sogno di trovare nuovi pianeti da colonizzare non ha mai abbandonato l’uomo: gli studi per rintracciare le condizioni più adatte a sostenere la vita si susseguono, anche se, purtroppo, per il momento non stanno dando i risultati sperati. Lo dimostra l’ultima ricerca sull’abitabilità di alcuni esopianeti che, fino ad adesso, erano stati ritenuti i più idonei per lo sviluppo di forme di vita multicellulare.

A renderli inospitali sarebbero le condizioni meteo estreme correlate alle emissioni di raggi X: gli astronomi, utilizzando strumenti all’avanguardia, hanno infatti osservato come le radiazioni ad alta energia possano rendere ostile la vita anche in quelle che fino a ieri venivano definite “zone abitabili“.

Le nane rosse e le zone abitabili

Per capire meglio il nuovo studio bisogna però fare un passo indietro. Finora, gran parte degli esopianeti ritenuti in grado di ospitare la vita avevano un punto in comune: ruotavano intorno alle nane rosse, il tipo di stella più presente nell’Universo. Le nane rosse sono più piccole e meno luminose delle stelle simili al nostro Sole e per questo hanno una vita molto, molto lunga.

Proprio la loro longevità ha portato gran parte della comunità scientifica a ipotizzare che i pianeti che orbitano attorno a questi corpi celesti avrebbero il tempo sufficiente per lo sviluppo di forme di vita molto vicine a quelle che conosciamo, diventando per certi versi simili alla Terra. Non solo: sempre fino a questo momento si riteneva che le nane rosse consentissero la presenza di fasce molto ampie attorno a loro in cui l’acqua liquida potrebbe esistere sulla superficie di un pianeta (le cosiddette zone abitabili).

Lo studio e le condizioni meteo estreme

Per queste ragioni, le nane rosse sono osservate speciali che attirano in particolare l’attenzione degli scienziati che cercano la vita oltre il Sistema Solare. Il team di ricerca guidato dal dottor Scott Wolk del Center for Astrophysics – Harvard & Smithsonian si stava muovendo proprio in questa direzione: intendeva infatti definire le caratteristiche base per l’evoluzione della vita multicellulare sugli esopianeti attorno alle nane rosse ma si è, purtroppo, scontrato con alcune evidenze.

Come si legge sul blog ufficiale della Nasa, sfruttando i dati raccolti dal Chandra X-ray Observatory della Nasa e da Xmm-Newton dell’Esa, telescopi specializzati nel rilevamento delle radiazioni ad alta energia, la squadra di esperti guidata da Wolk ha rilevato che le nane rosse emettono radiazioni costanti e brillamenti di raggi X, i quali portano a condizioni meteo che le atmosfere degli esopianeti non sono in grado di sostenere e che rendono impossibile la presenza d’acqua, diventando dunque incompatibili con la reale possibilità di sostenere la vita così come la conosciamo.

Wolf 359 e il concetto di abitabilità

Dunque è tutto qui? Gli esopianeti che ruotano attorno alle nane rosse sono del tutto inabitabili? La risposta è no. Il team di Wolk ha anche fatto ulteriori confronti e comparazioni, arrivando ad altre interessanti conclusioni (che si possono leggere anche sul sito del Chandra X-ray Observatory). A spiccare sono gli studi fatti su Wolf 359, una nana rossa che dista solo 7,8 anni luce dalla Terra: facendo delle ipotesi, gli scienziati hanno dedotto che solo un pianeta con gas serra come l’anidride carbonica nella propria atmosfera e a una distanza relativamente grande dalla stella madre avrebbe una possibilità di sostenere la vita.

Ancor più dettagliatamente, gli esperti hanno concluso che per una stella come Wolf 359, la zona abitabile si troverebbe a una distanza nettamente superiore al 15% della distanza tra la Terra e il Sole. Distanze pari o inferiori al 15%, infatti, pur consentendo temperature adeguate per la presenza di acqua liquida, non sarebbero sufficienti a proteggere un pianeta dagli effetti devastanti delle condizioni meteo dovute alle radiazioni ad alta energia emesse dalla stella.

Di certo, l’intero studio mette in discussione l’idea che le zone abitabili siano rifugi sicuri per la vita. Le nane rosse, nonostante il loro fascino e la loro ubiquità nell’Universo, presentano sfide significative per l‘evoluzione della vita come la conosciamo. E anche se il nostro concetto di abitabilità si sta rivelando più fragile del previsto, una cosa è certa: il cosmo continua a sorprenderci con la sua complessità e i suoi misteri ancora da svelare.

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