SCIENZA

Cosa sappiamo dello squalo fantasma avvistato in Thailandia

È una nuova specie, mai vista prima, quella cui appartiene lo squalo fantasma avvistato al largo delle coste della Thailandia: ecco cosa sappiamo sulla scoperta.

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Abbiamo ancora molto da scoprire, nelle profondità oceaniche: la prova arriva dal rarissimo avvistamento che si è verificato nel 2018 al largo delle coste della Thailandia, in un tratto di mare caratterizzato dalla presenza di abissi incredibili. È qui, nelle acque più scure, che gli scienziati hanno rinvenuto la carcassa di uno squalo fantasma appartenente ad una specie finora mai vista prima. Ecco che cosa sappiamo su questa scoperta.

Scoperta una nuova specie di squalo fantasma

Qualche anno fa, gli scienziati hanno trovato una bizzarra creatura appartenente alla famiglia delle chimere, pesci cartilaginei che – nonostante i nomi con cui sono conosciuti – sono ben distinti dagli squali. Solo dopo indagini più approfondite, gli esperti hanno scoperto che si trattava di una nuova specie finora mai vista, chiamata Chimaera supapae. L’animale, uno squalo fantasma dalle caratteristiche molto particolari, è stato avvistato ormai morto nel corso di un’esplorazione condotta nel 2018 a largo delle coste della Thailandia, nelle profondità del Mare delle Andamane.

La scoperta, descritta in un articolo pubblicato su Raffles Bulletin of Zoology, è davvero sensazionale: l’esemplare maschio, ancora immaturo e lungo solo 50 cm, è stato trovato ad oltre 770 mt di profondità. Il suo nome è un omaggio al defunto scienziato thailandese Supap Monkolprasit, che ha trascorso la sua vita studiando i pesci cartilaginei. I ricercatori hanno capito che si trattava di una nuova specie per via del suo aspetto bizzarro. In particolare, presentava una testa massiccia con muso corto e grandi occhi ovali di colore verde iridescente, che avrebbe aiutato l’animale a vedere nelle acque nere come la pece.

Lo squalo fantasma Chimaera supapae aveva anche una pelle marrone scuro senza alcun motivo evidente e ampie pinne pettorali che somigliano a delle piume, le quali servirebbero ad orientarsi e muoversi sui fondali rocciosi. “Le chimere sono rare in questa regione del mondo” – ha dichiarato David Ebert, direttore del Pacific Shark Research Center presso la San Jose State University in California, nonché autore principale dello studio. “La scoperta di questa nuova specie ci dice quanto poco sappiamo dell’ambiente marino e quanto ci sia ancora da esplorare”.

Le chimere: che cosa sappiamo

Finora c’erano solo 53 specie conosciute di chimere nel mondo, ora saliamo a 54. Sono animali poco conosciuti, soprattutto perché vivono in acque molto profonde e sono quindi difficili da individuare. Basti pensare che il Mare delle Andamane può raggiungere abissi di oltre 4.400 mt, popolati solamente da oscurità. Le chimere sono pesci medio-grandi, con una lunghezza che può andare dai 40 ai 150 cm: sono chiamati anche pesci coniglio per la forma tozza del naso o pesci topo per la lunga e sottile pinna caudale, che somiglia a quella di un ratto. Tuttavia sono conosciuti anche come squali fantasma per i loro occhi iridescenti.

Questi pesci abitano le profondità marine e si nutrono di animali che vivono nei fondali, come crostacei, molluschi e vermi. Sono solo lontanamente imparentati con razze e squali, ma soprattutto sono alcune tra le più antiche stirpi di pesci: “Dal punto di vista evolutivo, hanno un lignaggio che risale a 300-400 milioni di anni fa” – ha spiegato il dottor Ebert. Una scoperta di questo tipo è davvero importante, perché aiuta gli scienziati a comprendere meglio la biodiversità presente nelle profondità degli oceani.

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