Trovati i resti di una specie di squalo estinta vissuta milioni di anni fa
Ritrovati i denti di uno squalo antichissimo, estinto da numerose ere. Gli esperti stanno analizzando i denti di uno dei predatori più temuti del suo tempo
Una notizia che di certo farà felici tutti gli appassionati di squali. Un team di paleontologi ha infatti scoperto i resti di una specie di squalo lamniforme, estinto ormai da ere, appartenente al genere Palaeohypotodus. Gli esperti sono stati in grado di descrivere questa specie nel dettaglio, partendo dal ritrovamento di ben 17 denti fossili rinvenuti in Alabama, negli Stati Uniti.
Un “nuovo” squalo estinto
Quando si parla di Palaeohypotodus, si fa riferimento a un genere di squalo lamniforme ormai estinto, il cui intervallo di tempo va dal tardo Cretaceo (Maastrichtiano) al tardo Eocene (Priaboniano). Ecco in che età della Terra questa creatura ha dominato i mari, che erano ben differenti rispetto a quelli che tentiamo di esplorare oggi.
Stando alle parole del dottor Jun Ebersole, direttore delle collezioni del McWane Science Center, sono stati individuati diversi denti isolati in località molto differenti tra loro, in giro per il mondo. Ciò a dimostrazione della grande diffusione di questa specie.
Tutto questo spinge ovviamente a interrogarsi anche sulle capacità d’adattamento di questo particolare squalo. Una diffusione enorme su scala globale, infatti, prevede il confrontarsi con differenti condizioni climatiche, per quanto al tempo la Terra fosse ostile ed estrema quasi ovunque.
La verità è che sono riconosciute tre differenti specie all’interno di questo genere, con caratteristiche leggermente differenti. Si parla del Palaeohypotodus bronni del Cretaceo e dei Palaeohypotodus volgensis e del Palaeohypotodus rutoti del Paleogene.
Gli esperti sono scesi nel dettaglio, come detto, svelando caratteristiche particolari di queste creature. I loro denti erano molto robusti, con bordi lisci ed estremamente taglienti. Spazio poi per una o più coppie di cuspidi laterali e pliche distintive, poste lungo il piede della corona labiale.
La ricerca
Nella maggior parte dei casi, gli esperti si ritrovano a condurre delle analisi sul Palaeohypotodus che si basano su denti isolati. Ciò vuol dire ritrovamenti di resti di squali differenti. È stato però riportato almeno uno scheletro parzialmente associato.
La specie identificata appartiene al Palaeohypotodus bizzocoi, che è vissuta su questo pianeta circa 65 milioni di anni fa, nel periodo Paleocene. Ben 17 denti appartenenti alla specie sono stati ritrovati nelle collezioni storiche del Geological Survey of Alabama a Tuscaloosa. Esemplari che provenivano dalla Formazione Porters Creek della Contea di Wilcox, nello Stato USA.
Ecco le parole del dottor Ebersole: “Anni fa, mentre ero impegnato a esaminare le collezioni storiche di fossili presso il Servizio geologico dell’Alabama, mi sono imbattuto in una scatola molto piccola di denti di squalo. Erano stati raccolti più di un secolo fa nella contea di Wilcox”.
Enorme la sorpresa nel rendersi conto di non riuscire a riconoscere la specie a prima vista. È così che la fase di ricerca approfondita ha avuto inizio. Tutto ciò è di grande importanza, perché il Palaeohypotodus bizzocoi era uno dei principali predatori in quel periodo, nel quale gli oceani tentavano di ristabilirsi dopo l’estinzione di massa della fine del Cretaceo.
Guardando all’Alabama, la maggior parte della metà meridionale era coperta da un oceano tropicale o subtropicale nel corso del Paleocene. Una fase poco studiata, che rende la scoperta ancora più significativa. Un chiaro esempio di come la vita su questo pianeta riprenda sempre dopo grandi eventi di estinzione. Tutto ciò consente inoltre di prevedere anche come eventi globali, come i cambiamenti climatici, influenzino la vita marina oggi.