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SCIENZA

Scoperta una nuova specie di squalo fantasma in Nuova Zelanda

Una nuova specie di squalo fantasma è stata individuata in Nuova Zelanda: vive in profondità ed ecco i suoi misteri

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Squalo fantasma Fonte foto: National Institute of Water and Atmospheric Research (Niwa)

L’Isola del Sud è la più grande della Nuova Zelanda e proprio qui, negli abissi dell’area a ovest della stessa, è stata scoperta una nuova specie di squalo fantasma (noto anche come chimera). Un pesce cartilagineo dall’aspetto decisamente differente da un “canonico” squalo, che vive a grandi profondità e si nutre principalmente di crostacei.

Cos’è lo squalo fantasma

La nuova specie di pesce chimera scoperta a largo della Nuova Zelanda vanta una vaga parente con squali e razze. Come detto, si tratta di un pesce cartilagineo che vive negli abissi. Il suo aspetto è molto particolare e in alcuni Paesi, come gli Stati Uniti, è noto come squalo fantasma. Non si tratta ovviamente di uno squalo, come la fotografia ben spiega, ma questo non è di certo il nome più curioso che gli è stato dato nel corso degli anni. Tra i più noti troviamo pesce coniglio, a causa degli occhi sporgenti e il muso da lagomorfo, pesce ratto per la pinna caudale molto lunga, che può vagamente ricordare la coda di un topo, e pesce dal naso a punta, a causa delle caratteristiche della testa.

Considerando le profondità del loro habitat, si tratta di pesci non propriamente comuni. C’è ancora tanto da studiare in merito, tenendo conto di quanto sia difficile studiarli e classificarli a grandissime profondità. Basti pensare a quanto accaduto con questa nuova specie, che si riteneva fosse un esemplare di chimera chiamata Harriotta raleighana. Le indagini genetiche hanno però dimostrato tutt’altro. Si tratta di una specie nuova, almeno per noi, che vive esclusivamente negli abissi intorno al continente oceanico.

Una nuova specie

La scoperta di questa nuova specie di pesce chimera è merito di un team di ricerca internazionale, guidato da scienziati neozelandesi del National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA). La loro collaborazione con colleghi provenienti da vari istituti ha portato allo studio di Harriotta avia. Ecco il nome scientifico assegnato all’esemplare.

Le conclusioni sono state raggiunte dopo aver analizzato approfonditamente gli esemplari raccolti nelle acque profonde di Chatham Rise, nell’Oceano Pacifico sud-occidentale. Ci troviamo in un vasto fondale a ovest dell’Isola del Sud, che è la più grande della Nuova Zelanda. È una porzione di quello che viene definito il microcontinente sommerso della Zealandia.

Sono stati effettuati dei prelievi tra i 400 e i 1000 metri di profondità. Il tutto grazie alla collaborazione dell’ente Fisheries New Zealand. I ricercatori sono stati coordinati dalla dottoressa Brittany Finucci che, con i suoi colleghi, ha completato analisi morfologiche e morfometriche. Ciò ha confermato come Harriotta avia sia una specie ben distinta da Harriotta raleighana: “Muso allungato, stretto e depresso fino al 56%. Il tronco è lungo e sottile, la piastra dentaria vomerina ha una forma a becco, l’occhio è grande, con lunghezza 8-12% e altezza 5-7%. Ha una lunga spina dorsale, che si estende oltre l’apice della pinna dorsale, leggermente. Vanta inoltre delle appendici pelviche a forma di bastoncino molto sottili”.

Altro aspetto caratteristico è il colore della pelle. Questa è uniforme e marrone cioccolato, quando integra. Stando alle indagini genetiche effettuate sulle sequenze nucleotidiche del DNA, nel gene NADH2, è stato confermato come si tratti al 100% di un’altra specie.

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