SCIENZA

Le giovani libellule hanno sviluppato delle capacità piuttosto bizzarre

Le libellule sono tra i più voraci predatori del mondo degli insetti e, da giovani, hanno sviluppato capacità piuttosto bizzarre: tutta questione di "lato B".

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Che il regno animale sia ricco di sorprese e stranezze non è di certo un segreto, ma talvolta a sorprenderci sono le creature più impensabili. Nel mondo degli insetti – talmente variegato che non basterebbero queste poche righe per esprimerne la magnificenza – c’è un caso davvero particolare: quello delle ninfe delle libellule, ovvero il loro stadio “giovanile” che precede quello “adulto”. Un esempio? Si sono evolute per riuscire a respirare attraverso il loro “lato B”.

Il ciclo di vita della libellula

È bene partire da una doverosa premessa. La libellula è un genere di insetti appartenente all’ordine Odonata e si dice che il nome derivi dal latino libra, ovvero “bilancia”, a indicare la posizione orizzontale delle ali durante il volo. Parliamo di una famiglia di insetti (Libellulidae) che volano sul nostro Pianeta quando ancora dell’uomo non vi era traccia: si stima che esistano dal Paleozoico, circa 350 milioni di anni fa.

Oggi le libellule – circa 7.000 specie – vivono in ogni parte del globo, unica eccezion fatta per l’Antartide. Insetti dall’aspetto aggraziato ma anche voraci predatori, il loro ciclo vitale si suddivide in tre fasi: uovo, ninfa, adulta. Le femmine depongono centinaia di uova in genere sulle piante acquatiche, ma dipende dalla specie (alcune le depositano direttamente nei letti dei corsi d’acqua), dopodiché avviene la schiusa e da quel momento inizia la fase più lunga, quella di ninfa.

Le libellule, tutta questione di “lato B”

E sono proprio le ninfe di libellula che riservano qualche bizzarria interessante. Come anticipato parliamo di insetti che sono prima di tutto dei voraci predatori e, proprio nella fase “giovanile”, hanno sviluppato degli adattamenti che si riferiscono essenzialmente al loro “lato B”. Prendiamo ad esempio proprio la cattura delle prede: la ninfa aspira l’acqua attraverso l’ano, poi tende i muscoli contro quest’acqua aumentando la pressione all’interno del retto e, infine, spinge fuori l’apparato boccale con cui afferra il pasto. In 10-13 millisecondi avviene qualcosa di inaspettato ma sorprendentemente efficace.

L’apparato rettale non è soltanto sede della “bocca” con cui catturano le prede. Le ninfe di libellula, infatti, possono servirsi dello stesso come di una sorta di “sistema di propulsione” che consente loro di muoversi nell’acqua ad altissima velocità. Lo spiega bene lo studio Jet-propulsion in anisopteran dragonfly larvae di P. J. Mill e R. S. Pickard: “La propulsione a getto nelle larve di libellula si ottiene mediante la rapida espulsione di acqua da una camera rettale specializzata attraverso l’ano, a una frequenza fino a 2,2 cicli/s”.

La camera rettale delle giovani libellule, però, ha un ulteriore scopo: consente loro di respirare. È lì – all’estremità del colon, per l’esattezza – che sono contenute delle pseudobranchie, sulle quali passa l’acqua da cui viene estratto l’ossigeno favorendo così lo scambio gassoso mediante delle contrazioni. Queste pseudobranchie o branchie rettali vengono utilizzate solo nella fase “giovanile” e, una volta adulte, le libellule iniziano a respirare mediante gli spiracoli.

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