Zanzare geneticamente modificate in laboratorio per fermare malaria e dengue: il progetto
Le zanzare geneticamente modificate sono realtà e potrebbero fermare malaria e dengue, tra le malattie più pericolose e mortali del Pianeta.

In un laboratorio all’apparenza anonimo nei pressi di Oxford, l’azienda Oxitec sta portando avanti una promettente strategia per combattere alcune delle malattie più devastanti trasmesse dalle zanzare, ovvero malaria e dengue. Il cuore del progetto risiede nella creazione di zanzare geneticamente modificate, insetti ingegnerizzati in laboratorio con la speranza di ridurre drasticamente le popolazioni selvatiche responsabili della diffusione di queste patologie. Questo approccio innovativo si basa sull’introduzione di un “gene autolimitante” che, una volta trasmesso alla prole, ne causa la morte prematura, in particolare nelle femmine, che sono le uniche a pungere e trasmettere le malattie.
Il processo di modificazione genetica delle zanzare
Tutto ha inizio con l’iniezione di una miscela di DNA direttamente nelle uova di zanzara. Lo ha spiegato Michal Bilski, responsabile del team di ricerca e sviluppo di Oxitec: ogni giorno vengono iniettate centinaia di uova con un ago sottilissimo, successivamente queste vengono incubate in condizioni ottimali per la schiusa e lo sviluppo.
Per capire se la modificazione genetica abbia avuto successo o meno, oltre al “gene autolimitante” viene iniettato un marcatore fluorescente verde, facilmente identificabile al microscopio. Le zanzare geneticamente modificate così ottenute portano con sé il gene che blocca i normali processi cellulari nella prole femminile. Quando i maschi di queste zanzare geneticamente modificate si accoppiano con femmine selvatiche, la loro progenie femminile non sopravvive, portando a una progressiva riduzione della popolazione nel tempo. I maschi geneticamente modificati, non pungendo, non rappresentano un rischio per la trasmissione di malattie.
Oxitec ha già condotto rilasci sperimentali di queste zanzare in diverse parti del mondo. In Brasile e in Florida, l’obiettivo è contrastare la diffusione della dengue, una malattia tropicale in crescita. Un passo significativo è stato compiuto a Gibuti, in Africa, dove si è verificata una recrudescenza della malaria causata da una specie invasiva di zanzara, l’Anopheles stephensi. Questo rilascio, il primo nell’Africa orientale e il secondo nel continente, mira a contrastare una specie particolarmente pericolosa perché prolifera anche in ambienti urbani ed è resistente a molti insetticidi tradizionali.
Potenziali benefici e sviluppi
L’impatto potenziale delle zanzare geneticamente modificate sulla lotta contro la malaria e la dengue è considerato significativo da esperti come Lottie Renwick di Malaria No More UK, che parla di un intervento “davvero fondamentale” e che potenzialmente “cambia le carte in tavola”.
La malaria trasmessa dalle zanzare femmine rimane una delle principali cause di morte infantile, soprattutto in Africa. L’Anopheles stephensi rappresenta una seria minaccia per milioni di persone nel continente, dunque la capacità delle zanzare geneticamente modificate di ridurre le popolazioni di vettori potrebbe salvare davvero innumerevoli vite.
Un aspetto cruciale del progetto riguarda la sicurezza di questa nuova tecnologia. La Food and Drug Administration (FDA) nel 2016 e l’Agenzia per la protezione ambientale statunitense (EPA) nel 2022 hanno concluso, dopo approfondite valutazioni del rischio, che queste zanzare non rappresentano una minaccia significativa né per l’uomo né per l’ambiente. Tuttavia, è fondamentale continuare il monitoraggio e la ricerca per valutare appieno gli effetti a lungo termine di questi rilasci.
Se è vero che la strada è ancora lunga e che non esiste al momento una soluzione definitiva per la complessa lotta contro la malaria e altre malattie di questo tipo, d’altro canto in un contesto di cambiamenti climatici e crescente resistenza agli insetticidi, le zanzare geneticamente modificate rappresentano uno strumento potenzialmente rivoluzionario.