SCIENZA

La nuova teoria su come siamo destinati a sparire

La Terra del futuro sarà inospitale, incandescente, pericolosa: è quanto emerso da un nuovo studio che teorizza come potremmo estinguerci.

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Una nuova e inquietante teoria è stata pubblicata sulla rivista Nature Geoscience e sì, riguarda proprio noi. Secondo un team di ricerca dell’Università di Bristol, tutte le specie di mammiferi – uomo incluso – sono destinate a scomparire dalla faccia della Terra a causa delle condizioni climatiche. Niente paura, però: tutto dovrebbe accadere tra 250 milioni di anni e, se la teoria fosse confermata, lo scenario sarebbe quello di un supercontinente.

La nuova teoria sull’estinzione dei mammiferi

Lo studio pubblicato su Nature Geoscience lo scorso 25 settembre non è altro che il risultato di una previsione, ottenuta dagli scienziati dell’Università di Bristol, capitanati dal climatologo Alexander Farnsworth, utilizzando un modello climatico che tenesse conto del progredire dei cambiamenti climatici sul Pianeta, ma non solo. A questo calcolo hanno unito l’aumento dell’intensità delle radiazioni solari e dell’anidride carbonica nell’atmosfera terrestre.

Il risultato? È molto probabile che tra circa 250 milioni di anni sulla Terra si formerà un supercontinente – che hanno chiamato Pangea Ultima – le cui condizioni climatiche causeranno la totale estinzione dei mammiferi e quindi dell’uomo. "Un supercontinente potrebbe creare condizioni che portino più facilmente all’estinzione di massa – ha spiegato il dottor Farnsworth -. La formazione del supercontinente ha coinciso con quattro delle ultime cinque estinzioni di massa del passato geologico".

Il supercontinente Pangea Ultima

"Le fondamenta del Pianeta sono tutt’altro che statiche [basti citare gli ultimi studi sul nucleo terrestre, ndr] e sono costituite da placche di roccia solida che galleggiano su un oceano di magma incandescente – si legge in un interessante articolo su LiveScience -. Negli ultimi due miliardi di anni le correnti di convezione magmatica hanno ripetutamente separato queste placche per formare oceani e continenti" ma, circa una volta ogni 600 milioni di anni, questi si riuniscono nuovamente in un nuovo supercontinente.

Il nuovo studio ha previsto che tale evento si verificherà molto probabilmente tra circa 250 milioni di anni e allora Pangea Ultima sarà una terra inospitale per la gran parte delle specie. Il supercontinente sarà estremamente caldo, assorbirà radiazioni da un Sole più vecchio e quindi più attivo (e pericoloso) e sarà interamente pervaso dall’anidride carbonica che via via aumenterà sempre più a causa della copiosa attività vulcanica.

Non è difficile immaginare come un habitat del genere sia del tutto proibitivo per l’uomo e le altre specie. I mammiferi in generale hanno sviluppato sistemi per resistere alle alte temperature, ma se la temperatura del Pianeta dovesse aumentare di oltre 40°C, sarebbe praticamente impossibile fronteggiare una situazione del genere, anche per l’organismo dalle capacità adattative più sviluppate.

Chi abiterà la Terra del futuro

La Terra del futuro – quella di Pangea Ultima – è inospitale, difficile, pericolosa. Gli scienziati ritengono che l’aumento della temperatura e l’assetto di condizioni tanto proibitive per la gran parte delle specie animali provocherà inevitabilmente una selezione tra i mammiferi. "Anche se oggi ci sono alcuni mammiferi molto specializzati che possono abitare regioni come il Sahara, resta da vedere se questi verranno selezionati preferenzialmente e i discendenti si diffonderanno nuovamente su Pangea Ultima, dominandola – ha detto il dottor Farnsworth -. Forse i rettili sono più adatti? O qualcosa di completamente diverso?"

Domande che attualmente non possono avere una risposta certa. Quello di cui i ricercatori, però, sono sicuri è che Pangea Ultima ha (idealmente) tutti gli elementi che potrebbero porre fine alla vita sul Pianeta, anche delle specie vegetali per cui diventerà impossibile eseguire la fotosintesi.

Pangea Ultima non è l’unico modello di supercontinente teorizzato dagli scienziati. In precedenza un altro modello ha previsto la formazione di supercontinenti più freddi – come Amasia – e forse, in quel caso, potrebbe esserci qualche minima speranza in più di sopravvivenza per la gran parte delle specie.

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