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SCIENZA

Una capsula spaziale è diretta verso la Terra, trasporta materiale extraterrestre

Porterà con sé la più grande quantità di materiale extraterrestre mai arrivata sulla Terra: la capsula spaziale della NASA è pronta ad atterrare sul nostro pianeta con il suo carico di preziose informazioni

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Sta arrivando sulla Terra e al suo interno ci sono polveri, ciottoli e materiali extraterrestri. No, non è fantascienza: una capsula spaziale è davvero diretta verso il nostro pianeta e arriverà precisamente nelle prossime ore, all’alba del 24 settembre.  Tutto il mondo (e in particolare la comunità scientifica) sono in attesa di vedere cosa succederà e cosa comporterà l’atterraggio, delicatissimo, di questo contenitore.

Al suo interno, infatti, la capsula potrebbe custodire segreti talmente incredibili da poter stravolgere ogni nostra conoscenza sullo spazio e sull’Universo. L’evento è talmente tanto atteso che sarà possibile seguirlo in streaming, passo per passo.

La capsula spaziale e il suo prezioso carico

Ma andiamo per ordine, specificando che la capsula spaziale in questione è quella dell’OSIRIS-REx (Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security, Regolith Explorer), veicolo spaziale inviato a raccogliere dei campioni dall’asteroide Bennu, considerato potenzialmente pericoloso. La capsula, a forma di campana e grande quanto un mini-frigo, dovrebbe atterrare nel deserto dello Utah.

Al suo interno ci sarà la più grande quantità di materiale extraterrestre riportato sulla Terra da quando gli astronauti dell’Apollo trasportarono a casa le rocce lunari. Il materiale è prezioso perché si ritiene che risalga a circa 4,5 miliardi di anni fa e che si tratti di residui incontaminati dei primi giorni del Sistema Solare. Studiando questi campioni gli scienziati potrebbero saperne di più sulla chimica che ha portato alla comparsa della vita sulla Terra.

Il viaggio di OSIRIS-REx e la sua importanza

Ma cosa sappiamo su OSIRIS-REx? Avere un’idea del suo percorso è essenziale per capirne l’importanza. Innanzitutto è fondamentale sapere che il suo lancio è avvenuto l‘8 settembre 2016 e che il suo obiettivo principale era l’esplorazione degli asteroidi nell’ambito del Programma New Frontiers. Per fare in modo che l’intera missione funzionasse, gli scienziati hanno realizzato una sonda dal corpo cubico da cui si estendevano due pannelli fotovoltaici e che comprendeva una capsula di atterraggio.

La capsula doveva proprio atterrare sull’asteroide Bennu e prelevare dalla sua superficie un campione di almeno 60 grammi. Il viaggio non è stato semplice: il veicolo si è mosso nello spazio per ben due anni prima di avvicinarsi all’obiettivo il 3 dicembre 2018. Arrivata nei pressi dell’asteroide, la sonda ha impiegato altri 505 giorni per mapparlo e, infine, è riuscita a prelevare i campioni il 20 ottobre 2020, non senza difficoltà e senza momenti di forte tensione alla centrale di controllo.

Infatti, gli scienziati hanno scelto di non fare atterrare il veicolo ma di estendere un braccio meccanico, che ha richiesto molti sforzi per essere controllato a dovere. Dopodiché, la sonda è ripartita verso la Terra, ma ogni istante da allora è stato intensissimo: come rivelano i responsabili della missione nei comunicati stampa puntualmente rilasciati sul sito della NASA, si è temuto in ogni fase di perdere i contatti e di smarrire per sempre i campioni prelevati.

Il momento della verità (e della rivelazione)

Dal momento in cui la sonda ha fatto manovra per tornare sulla Terra, gli scienziati si sono esercitati per fare in modo che tutto andasse benissimo, in particolare nella fase di rientro della capsula. Questo passaggio è delicatissimo, perché, appunto, la capsula spaziale potrebbe disintegrarsi se lanciata male attraverso l’atmosfera o se il paracadute di cui è dotata non si aprisse.

Ciononostante all’alba di domenica 24 settembre, come già detto, i tecnici trasmetteranno a OSIRIS-REx l’ordine di lanciare la capsula verso una zona “bersaglio” grande circa 650 kilometri, mandandola in rotta di collisione con il nostro pianeta. Come abbiamo già accennato, tutti potranno seguire in streaming il cammino della capsula, che entrerà nell’atmosfera a circa 36 volte la velocità del suono, toccando temperature “due volte più calde della lava”. Chiaramente, c’è attualmente un gran fermento, perché l’ansia dei momenti critici sta portando a valutare tutte le possibili opzioni negative.

E se invece andasse tutto bene? Quand’è che tutto il mondo riceverà le prime notizie sul contenuto della capsula spaziale e avrà conferme sulla sua importanza? Secondo i piani della NASA, una volta atterrata la capsula verrà trasferita al Johnson Space Center, dove verrà aperta all’interno di una speciale “tanica” realizzata apposta nel cuore di un laboratorio speciale, che manterrà il materiale incontaminato.

Tutte le polveri verranno immediatamente immesse nei microscopi altamente specializzati del centro spaziale e fatte passare sotto l’occhio di strumenti avanzatissimi. Il processo di analisi complessiva sarà molto lento e ponderato, ma ciononostante le primissime informazioni verranno rilasciate tra il 5 e il 6 ottobre, mentre l’11 ottobre si terrà una conferenza stampa che, oltre a divulgarle, tratteggerà l’iter dei lavori e spiegherà nel dettaglio quali saranno tutti i prossimi passi e cosa possono indicare i primi dati ricavati.

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