SCIENZA

Un nuovo avvistamento su Marte: ora sappiamo qualcosa di più

Il rover Perseverance ha esplorato le profondità di Marte e ha immortalato Belva, un cratere da impatto ben più grande del già noto Jezero: le sue forme e la sua composizione aprono uno spaccato sul passato del pianeta

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Torniamo ancora a parlare di Marte, torniamo ancora a parlare del pianeta che più ossessiona gli scienziati e la comunità scientifica. E d’altronde, chi può biasimare gli studiosi? L’arido Pianeta Rosso sembra nascondere miriadi di misteri e il suo passato sembra essere molto più complesso e articolato di quanto la sua terrosa e polverosa superficie potrebbe far credere a un primo e poco approfondito sguardo.

A fare ancora una volta luce sulla storia del pianeta è stato il rover Perseverance che è riuscito nell’impresa di rintracciare un nuovo e interessantissimo spaccato del pianeta: un cratere che prende il nome di Belva e che dimostra (sì, di nuovo) che un tempo Marte era percorso da corsi d’acqua.

La scoperta del nuovo cratere

Per chi non lo sapesse, il rover Perseverance (che gli scienziati hanno amorevolmente soprannominato Percy) è impegnato nella missione Mars 2020 dal 30 luglio dello stesso anno. L’obiettivo di Perseverance era quello di esplorare in particolare il cratere Jezero e il veicolo spaziale ha svolto egregiamente il suo lavoro: dal suo approdo sul Pianeta Rosso (avvenuto il 18 febbraio del 2021), il rover ha fornito migliaia di preziosissime immagini e informazioni sull’area.

Il suo compito, però, non finisce qui: infatti, il rover ha fra i suoi obiettivi anche la ricerca di prove di precedente vita microbica negli ambienti marziani (e di conseguenza il rilevamento di ambienti del pianeta in grado di sostenere la vita). E pare proprio che nell’ultimo anno, di queste prove ne abbia raccolte a bizzeffe, inclusa la scoperta del cratere Belva, appena rivelata agli scienziati e al pubblico per mezzo di ben 152 immagini.

Belva e la sua importanza

Il cratere Belva è stato immortalato da rover proprio nelle ultime settimane. Le 152 immagini raccolte su Marte, inviate in sequenza e messe insieme dagli scienziati come se fossero un mosaico, mostrano una depressione circolare che sembra essere molto più grande del cratere Jezero. Una volta ricevute le immagini, gli scienziati del team Mars 2020 le hanno analizzate (quasi) pixel per pixel, rilevando importanti caratteristiche geofisiche e geologiche.

Gli strati rocciosi di Belva dimostrano che si tratta di un cratere da impatto con una posizione estremamente variegata del substrato roccioso esposto e una regione in cui gli strati sedimentari discendono in maniera precipitosa verso il basso. Queste caratteristiche potrebbero indicare che, in passato, nei pressi di Belva ci fosse un fiume e che l’intero cratere ospitasse in realtà un lago. Ciò fa il paio con i resti di un fiume rilevati sempre da Perseverance qualche settimana fa e dimostrerebbe che il paesaggio di Marte, un tempo, sarebbe stato molto più florido e (almeno apparentemente) ospitale.

L’acqua, la vita e il passato di Marte

Gli scienziati hanno anche analizzato i grandi massi che le foto di Perserverance mostrano in primo piano e, secondo loro, si potrebbe ipotizzare che si tratti di pezzi di roccia che venivano trasportati e trascinati dal sistema fluviale. Considerando che la presenza di acqua su Marte è assodata (i poli del pianeta sono ricoperti di ghiaccio e moltissimi scienziati concordano sul fatto che grandi quantità d’acqua siano intrappolate sotto la criosfera marziana), adesso resta “solo” da capire come e quando il pianeta si sia trasformato.

Un’impresa nient’affatto facile, ma che Perserverance sta coadiuvando attivamente. In più, dopo Mars 2020 sono in programma altre missioni che permetteranno analisi ulteriormente approfondite. Non ci resta, insomma, che aspettare notizie in futuro.

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