SCIENZA

Un nuovo ciclo solare potrebbe manifestarsi già nel 2025: cosa vuol dire e conseguenze

Un nuovo ciclo solare dovrebbe iniziare già nel 2025: cosa hanno scoperto gli studiosi del cosmo e quello che succederà

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L’ultima ricerca dell’Università di Birmingham mostra novità interessanti sul prossimo ciclo solare.

Sembra, infatti, che mentre ci troviamo al picco di attività del Ciclo 25, siano stati già rilevati segnali del prossimo ciclo: cosa significa?

Cos’è il ciclo solare?

Un ciclo solare riguarda una serie di trasformazioni periodiche nell’attività del Sole: quest’ultima si distingue soprattutto per la variazione nel numero di macchie solari visibili sulla sua superficie.

I cicli solari proseguono in media 11 anni ciascuno, periodo durante il quale lo stato dinamico del Sole passa attraverso diverse fasi. Le principali sono il cosiddetto minimo, connotato per la presenza di poche macchie solari, o per la loro completa assenza, e il massimo, cioè quando la quantità di macchie raggiunge il numero più elevato.

La scienza è stata in grado di capire cos’è un ciclo solare proprio attraverso l’osservazione sistematica e il censimento delle macchie solari. Questi studi sono iniziati nel XVII secolo, per essere man mano integrati e resi sempre più avanzati mediante l’uso di strumenti di misurazione magnetica e spettroscopica.

Quello che i ricercatori sanno oggi è che la dinamo solare causa l’avvio del ciclo: si tratta di un processo che coinvolge il movimento del plasma all’interno del Sole stesso, insieme alla rotazione differenziale, responsabile della generazione e dell’amplificazione dei campi magnetici solari.

Sono tali campi magnetici a emergere sulla superficie del Sole, creando macchie e altre manifestazioni che confermano l’attività della Stella: alcuni esempi? Le protuberanze e i brillamenti.

Attualmente, ci troviamo nel Ciclo 25, ossia il venticinquesimo che si conta dal 1755, anno che segna l’inizio della registrazione certosina dell’attività delle macchie solari da parte degli scienziati. Questo ciclo ha avuto inizio nel 2019 e, trovandosi al suo massimo, dovrebbe durare altri 6 anni. L’intensa attività solare, non a caso, è testimoniata dalle tempeste solari sempre più frequenti.

Nonostante ciò, analizzando le onde sonore all’interno del Sole, sono emersi evidenti segnali dell’inizio del 26esimo Ciclo.

Il monitoraggio dell’attività del Sole

Per monitorare l’attività solare, gli astronomi si servono prevalentemente delle onde sonore interne alla stessa Stella. Questo particolare settore di ricerca prende il nome di eliosismologia.

Grazie alle onde sonore si può misurare la rotazione del Sole, comprendendo meglio la sua struttura interna e il campo magnetico generato.

Le onde sonore scaturiscono da diversi processi, ad esempio dai moti convettivi interni al Sole. Interpretando i dati delle misurazioni, è possibile creare un grafico in cui si vede uno schema di bande, corrispondenti alle latitudini solari che ruotano appena più velocemente e a quelle che lo fanno in modo più lento. Insomma, un po’ come accade per la registrazione dei terremoti.

Le strisce del grafico sono variabili durante il ciclo solare, sia spostandosi verso il punto considerato come l’equatore del Sole e verso i poli, sia in base a dei processi interni in evoluzione.

Monitorando costantemente l’andamento delle bande, gli scienziati hanno capito che quelle a rapida rotazione compaiono in prossimità dell’avvento del ciclo solare successivo.

È così che i ricercatori dell’Università di Birmingham hanno incrociato diversi dati eliosismici, a partire dal 1995. Si tratta di quelli provenienti dal Global Oscillation Network Group (GONG), dal Michelson Doppler Imager (MDI) a bordo del Solar and Heliospheric Observatory, e dall’Helioseismic and Magnetic Imager (HMI) situato sopra il Solar Dynamics Observatory.

Le bande confrontate sono state, in particolare, quelle dei cicli solari numero 23, 24 e 25, relativamente alle fasi crescenti. Il modello generato indica come un rapido movimento in spostamento verso l’equatore del Sole, insieme al proliferare di macchie, segnalasse la conclusione di un ciclo e l’inizio di un altro.

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