SCIENZA

Sembrava estinto ma è tornato: si tratta di una specie rara

Sembrava estinto ormai da oltre un secolo, ma i ricercatori sono riusciti a reintrodurlo nel suo habitat d'origine: la storia del bettong dalla coda a spazzola.

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Fonte: 123RF

I “mini canguri” sono tornati a popolare il sud dell’Australia dopo essere scomparsi per ben 100 anni dal loro habitat. Quando si crede che un animale si sia estinto, ritrovarlo è sempre un evento eccezionale e nel caso dei cosiddetti bettong dalla coda a spazzola (nome scientifico Bettongia penicillata) è stato reso possibile grazie all’impegno degli scienziati e dei volontari del WWF.

I “mini canguri” estinti sono tornati in Australia

La definizione di “mini canguri” tecnicamente non è esatta, ma per via del loro aspetto è inevitabile associare questi piccoli animali ai più conosciuti (e grandi) marsupiali australiani. I bettong dalla coda a spazzola, chiamati yalgiri nella lingua del popolo Narungga, sono delle creature molto piccole di dimensioni, ma al contempo energiche che, fino a oltre un secolo fa, popolavano la regione meridionale dell’Australia saltellando e sfrecciando com’era loro abitudine.

Poi qualcosa è andato storto e, come accaduto a numerose specie che sono scomparse o rischiano tuttora di estinguersi, anche per il bettong non c’è stato nulla da fare. Il numero di questi esemplari è diminuito esponenzialmente a causa di predatori come gatti selvatici e volpi, ma anche (se non soprattutto) perché hanno perso il loro habitat ideale, a causa del violento disboscamento della regione.

Qualche esemplare era riuscito a sopravvivere in luoghi come l’estremo nord del Queensland, nell’Australia occidentale, ma solo grazie a strutture come i santuari dedicati alla loro salvaguardia. Altri erano sopravvissuti, invece, nelle piccole isole dove il loro habitat era rimasto intatto. Adesso, però, grazie al lavoro dei ricercatori e dei volontari che operano in seno ai progetti del WWF il piccolo bettong dalla coda a spazzola è stato reintrodotto nel suo ambiente di origine.

Com’è fatto un bettong dalla coda a spazzola

“Sono come piccoli canguri delle dimensioni di una caviglia, un mini canguro sotto steroidi – ha spiegato all’Agenzia di Stampa Francese Derek Sandow, ecologista del Northern and Yorke Landscape Board nell’Australia meridionale -. Hanno zampe posteriori davvero potenti, portano i loro piccoli nel marsupio, come fa un canguro, ma pesano solo un chilo e mezzo“. Dalla descrizione, seppur sommaria, è evidente la somiglianza tra il piccolo bettong e il suo grande “cugino” marsupiale.

Derek Sandow fa parte del team di ricercatori della fauna selvatica che ha svolto un lavoro egregio, etichettando e reintroducendo 120 esemplari di bettong dalla coda a spazzola nella penisola di Yorke, vicino ad Adelaide, a partire dall’agosto 2021. La speranza era che la popolazione nel giro di qualche anno potesse riprendere la sua abituale vita in quella regione, iniziando a riprodursi e stabilizzandosi. Alcuni di questi esemplari sono stati trasferiti poi dalla vicina Wedge Island e dalla regione di Upper Warren nell’Australia occidentale e l’ultimo rilascio è stato coordinato con Noongar e Narungga Traditional Owners, come spiega il WWF Australia.

Un recente monitoraggio ha mostrato dei dati molto rassicuranti: gli animali stanno prosperando sulla penisola come sperato. I ricercatori hanno catturato 85 bettong dalla coda a spazzola e hanno scoperto che il 40% di essi non era stato etichettato, quindi si trattava di esemplari nati dopo la reintroduzione nell’habitat.

Bettong dalla coda a spazzola, piccoli ma importanti per l’ambiente

I bettong dalla coda a spazzola sono animali molto particolari, anche per via del loro comportamento. Le femmine ad esempio sono genitorialmente parecchio crudeli: se inseguita da una preda, la mamma bettong ha l’abitudine di lanciare il suo piccolo fuori dal marsupio per usarlo come diversivo e favorire la sua fuga. In pratica lo sacrifica per la propria sopravvivenza. Ciò si deve anche al fatto che ogni esemplare femmina dà alla luce dei piccoli in continuazione (anche tre all’anno), che generalmente trascorrono 98 giorni nel marsupio materno.

Ciò su cui, però, i ricercatori intendono puntare l’attenzione è l’importanza di questi animali per l’ambiente e il paesaggio. Sandow ha spiegato che “Un piccolo bettong può spostare tonnellate di terreno all’anno. Quindi scavano nel terreno, creano piccoli micro habitat per l’infiltrazione dell’acqua affinché i semi possano stabilirsi”. I bettong dalla coda a spazzola non bevono mai acqua e stanno alla larga anche dalle piante verdi, preferendo funghi, bulbi, semi, insetti e resina.

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