Sì, purtroppo questa specie di gatto è a rischio
I gatti selvatici scozzesi sono quasi completamente scomparsi e sono ormai sull'orlo dell'estinzione: è questo l'allarme degli esperti. Ecco che cosa sta succedendo.
L’habitat è cambiato, le malattie continuano a diffondersi e il fenomeno dell’ibridazione sta oggi mostrando le sue conseguenze: il gatto selvatico scozzese è quasi estinto, e sono pochissimi gli esemplari che si aggirano ancora in quello che un tempo era il loro territorio. L’allarme arriva da NatureScot, l’agenzia governativa scozzese che si occupa di preservare il patrimonio naturale della regione. Che cosa sta succedendo?
Il gatto scozzese è sull’orlo dell’estinzione
Bellissimo e maestoso, il gatto selvatico scozzese si è guadagnato il nome di “tigre degli altipiani”, per il suo mantello striato: purtroppo, oggi se ne contano pochissimi esemplari e la situazione sembra destinata a peggiorare drasticamente. Persino Lorna Slater, ministro della biodiversità scozzese, ha lanciato il suo appello: “È una specie autoctona iconica e molto amata, eppure la sua esistenza stessa è minacciata”. NatureScot, grazie ai finanziamenti del National Lottery Heritage Fund, ha condotto ben nove indagini all’interno di un programma chiamato Scottish Wildcat Action, tra il 2015 e il 2020.
Quello che è emerso desta preoccupazione: se le telecamere hanno individuato 356 esemplari nelle aree prioritarie, ci sono intere zone dove non si è potuta trovare alcuna prova dell’esistenza del gatto selvatico, come ad esempio nelle Highlands a nord di Lairg (nel Sutherland), nell’Argyll e nei Trossach. Dai test genetici condotti su 529 campioni, si è potuto evidenziare come nessuno di essi fosse un vero gatto selvatico, essendo risultati tutti ibridi. Stessa situazione per i 118 gatti morti (nella maggior parte dei casi uccisi per strada), che dalle analisi appartengono a specie ibride.
Perché il gatto scozzese potrebbe estinguersi
Dalle indagini condotte da NatureScot, nasce l’allarme: il gatto selvatico scozzese sta per estinguersi. Un tempo questa specie era diffusa in tutta la Gran Bretagna, ma già dal primo dopoguerra i suoi esemplari si erano ritirati in Scozia, a causa della caccia indiscriminata. Nel corso dell’ultimo secolo, la situazione non è andata migliorando. L’habitat dei gatti selvatici è continuamente messo a rischio dall’uomo e dai cambiamenti climatici, mentre malattie e incidenti hanno decimato la popolazione (e lo fanno tutt’oggi).
Ma uno dei problemi principali è l’ibridazione: i gatti selvatici scozzesi si sono accoppiati e riprodotti con gatti selvatici di altre specie o con gatti domestici lasciati liberi di girare, dando vita a decine di ibridi diversi. C’è dunque moltissimo lavoro da fare per tentare di salvare queste splendide creature da un’estinzione che è ormai dietro l’angolo, visto che la maggior parte di esemplari finora identificata si è rivelata essere un ibrido, e non puro gatto scozzese. NatureScot ha dunque in programma diversi interventi che mirano alla protezione di questa specie.
Innanzitutto, gli esperti hanno iniziato a monitorare 14 ibridi di gatto selvatico con collari GPS per scoprire quali sono le potenziali minacce che li mettono a rischio, i loro comportamenti e l’habitat in cui vivono. Inoltre hanno in progetto di allevare in cattività dei gatti selvatici che, una volta cresciuti, verranno rilasciati nel loro ambiente per favorire la crescita della popolazione. C’è però bisogno dell’aiuto di tutti: occorre infatti che i gatti domestici vengano sterilizzati (così come le specie ibride) e dotati di microchip. “Invertire le drammatiche perdite che abbiamo visto negli ultimi tempi è una delle sfide fondamentali che il nostro Paese deve affrontare” – ha spiegato Lorna Slater.