Sono arrivati ai "Pilastri della Creazione": ecco cos'hanno visto
Il telescopio spaziale James Webb si è spinto fino ai Pilastri della Creazione, regalandoci un'immagine a dir poco magnifica.
Da quando è stato lanciato nello spazio il 25 dicembre 2021, il telescopio spaziale James Webb ci ha regalato immagine uniche di un universo tanto affascinante quanto ancora ricco di misteri. Dalla primissima foto di una stella appartenente alla costellazione dell’Orsa Maggiore alla Grande nube di Magellano, l’attività di questo potentissimo strumento all’avanguardia non si ferma e giunge, nell’ottobre 2022, a un’immagine sensazionale: gli iconici “Pilastri della Creazione”, che finora avevamo potuto ammirare (in forma ben diversa) grazie ad Hubble.
I Pilastri della Creazione visti dal telescopio James Webb
Gli appassionati ricorderanno certamente la primissima fotografia inviata sulla Terra dal telescopio spaziale James Webb. Si trattava di una stella (HD 84406), per la precisione appartenente alla costellazione dell’Orsa Maggiore, ma essendo ancora in fase di “allineamento” l’immagine risultava piuttosto sfocata. Affascinante sì, ma la nostra mente non avrebbe mai potuto immaginare quanto ci avrebbe sorpreso una volta operativo, a distanza di appena qualche mese.
Se c’è una cosa che ossessiona gli scienziati, da tempo immemore, sono proprio i cosiddetti Pilastri della Creazione. Un nome epico, quasi biblico, per una coltre di nubi di polvere interstellare e gas situate nel bordo orientale della Nebulosa Aquila (costellazione del Serpente), a circa 7.000 anni luce di distanza dal nostro Pianeta. Definirli magnifici sarebbe riduttivo e tutti se ne erano già accorti quando ne fu scattata la prima (e unica) immagine: nell’aprile del 1995 era stato il predecessore del telescopio James Webb, ovvero Hubble, a sbalordire gli astronomi con qualcosa di inedito, affascinante, quasi spaventoso. Un’immagine che è entrata di diritto nella storia dell’astronomia, considerata tra le dodici più belle e iconiche mai scattate dal telescopio Hubble.
Un’immagine così non si era mai vista
Le potenzialità del telescopio spaziale James Webb sono un vero prodigio e le immagini che in questi mesi ci sta restituendo sono quanto di più bello potessimo aspettarci. La tecnologia dello strumento è nettamente superiore rispetto a quella di Hubble, perciò non deve sorprendere che la foto dei Pilastri della Terra realizzata con James Webb sia così diversa dalla precedente. Come ha spiegato la NASA, la NIRCam (Near-Infrared Camera) del telescopio James Webb riesce a rilevare dettagli che il predecessore non era assolutamente in grado di cogliere.
Basta confrontare le due immagini per comprenderne a fondo le differenze. Quella immortalata da Hubble ritrae i Pilastri della Creazione come nubi oscure e minacciose, quasi da film dell’orrore, mentre si ergono su uno sfondo che sembra quasi vuoto. L’immagine di Webb, al contrario, è ricchissima di dettagli luminosi e le nubi hanno contorni morbidi, quasi rassicuranti, irrorate dalla luminosità delle stelle e dei “flussi di lava” ben visibili. “Le giovani stelle lanciano periodicamente getti supersonici che si scontrano con nuvole di materiale, come questi spessi pilastri – ha spiegato l’ESA -. Ciò a volte si traduce anche in scosse di prua, che possono formare motivi ondulati come fa una barca mentre si muove nell’acqua. Il bagliore cremisi proviene dalle molecole di idrogeno energetiche che risultano da getti e urti”.
Grazie alla sua capacità di rilevare la luce infrarossa, in definitiva, il telescopio Webb può scrutare attraverso le nuvole e assistere alla nascita delle protostelle nel momento esatto in cui prendono vita dalla polvere stellare che si unisce. Un nuovo livello di dettaglio e nitidezza, ma non solo: il telescopio Webb riesce a vedere molte più stelle all’interno delle nubi e in tutto l’Universo circostante.