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Come fa la Terra a sostenere la vita? La NASA scopre il suo segreto

La NASA vuole vederci chiaro e con la missione Endurance proverà a chiarire perché esiste e resiste la vita sulla Terra, a differenza di altri mondi

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La vita sulla Terra e negli altri pianeti Fonte foto: 123RF

La presenza della vita è stata accertata soltanto sul pianeta Terra, perché invece non è stato ancora possibile in altri mondi come Venere o Marte, ad esempio? Si tratta di una delle domande principali che da sempre si pone la scienza, lo stesso quesito a cui sta cercando di dare una risposta la missione “Endurance” della NASA.

Parliamo di un’iniziativa scientifica fortemente voluta per misurare il potenziale elettrico globale della Terra, ma anche il modo con cui il campo terrestre riesce ad attirare le particelle che sono state caricate elettricamente in aria. Non è un calcolo semplice, bisogna precisarlo subito, anche se si parte da un presupposto diverso per questa missione. Cosa accadeva tantissimi anni fa negli altri pianeti?

Entrando più nel dettaglio, c’è la convinzione che miliardi di anni fa ci siano state condizioni di vita simili a quelle terrestri anche su Venere. L’ipotesi è che quest’ultimo pianeta fosse in passato molto più umido di quanto non lo sia oggi, poi ci sarebbe stato un inaridimento progressivo che non ha ancora una spiegazione ufficiale. È questo il passo fondamentale da compiere, con un moderato ottimismo da parte dell’agenzia spaziale americana. Si partirà da un indizio prezioso che è datato 2016, per la precisione in occasione della missione “Venus Express” dell’ESA. In quel caso fu possibile accertare un potenziale elettrico pari a 10 volt che circondava Venere, quindi particelle cariche e “allontanate” dalla superficie.

I risultati di Venere e i dubbi sulla Terra

C’è già un esperimento promettente da condurre che potrebbe rendere abitabile Venere, nel frattempo ci si affida al potenziale elettrico scoperto sei anni fa, un dettaglio che ha fatto pensare come ci siano stati in questa superficie gli “ingredienti” essenziali dell’acqua, vale a dire ossigeno e idrogeno. La vita è esistita davvero in questa parte del cosmo? La tentazione di rispondere in maniera affermativa è molto forte, nonostante i risultati relativi a Venere abbiano fatto sorgere dei dubbi sulla Terra. Quale dubbio sta attanagliando gli scienziati?

Potenziale elettrico molto debole

Il potenziale elettrico di Venere viene creato direttamente dalla ionosfera del pianeta, uno strato che caratterizza anche la Terra. Vista questa coincidenza e il potenziale elettrico in comune, il dubbio è il seguente: per quale motivo l’acqua terrestre continua a essere ben presente e negli altri casi no? Secondo il team al lavoro sulla missione Endurance, il fatto che il potenziale terrestre sia molto basso, 25 volte più debole rispetto a Venere, dovrebbe fare la differenza e spiegare la presenza di acqua o meno. A questo punto bisognerà affidarsi a un esperimento da portare a termine a pochi chilometri dal Polo Nord.

Gli esperti della NASA andranno alle Svalbard, l’ultimo avamposto abitato prima dell’Artico, e il polo nord magnetico potrebbe fornire molte risposte utili in questo senso. Gli studi scientifici in questa parte del mondo sono a rischio per colpa della guerra, ma, come sottolineato dagli stessi ingegneri, si sfrutterà una tecnologia nuova di zecca. In particolare, verranno misurati gli elettroni che fuoriescono dall’atmosfera terrestre, parte integrante di un processo graduale di “fuga” che avviene ormai da diversi miliardi di anni. Bisognerà capire a quanto ammonta la velocità, non facilmente prevedibile, e a quel punto ci potrebbe essere qualche chiarimento in più per una delle domande più annose a livello scientifico.