SCIENZA

Ci sono prove della presenza di vita su Europa, la luna di Giove, ed Encelado, la luna di Saturno

Potrebbero esserci tracce di vita sotto la superficie ghiacciata di Europa ed Encelado, due lune del Sistema Solare: ecco l'esperimento condotto dalla NASA.

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Lungi dall’essere solamente un espediente narrativo nei film di fantascienza, la ricerca di tracce di vita aliena è una delle missioni più ambiziose mai portate avanti dall’uomo. Ci sono moltissimi candidati che potrebbero supportare forme di vita così come la intendiamo noi, a volte persino più vicini di quanto potremmo mai immaginare. Un nuovo esperimento condotto dalla NASA rivela che potrebbero essercene tracce al di sotto della superficie ghiacciata di Europa ed Encelado, rispettivamente una delle lune di Giove e di Saturno.

L’esperimento condotto dalla NASA

Gli scienziati del Goddard Space Flight Center della NASA (nel Maryland) hanno recentemente condotto un esperimento molto interessante, i cui risultati sono stati pubblicati su Astrobiology. Il loro obiettivo consisteva nello scoprire se possono esserci forme di vita su Europa ed Encelado, ed eventualmente a quale profondità andrebbero ricercate. Le due lune, una in orbita attorno a Giove e l’altra attorno a Saturno, sono entrambe caratterizzate da uno spesso strato di ghiaccio superficiale, sotto il quale si cela un oceano di acqua liquida.

Se questi due oceani sono in grado di supportare la vita, dovremmo essere in grado di trovarne la firma sotto forma di molecole organiche come gli amminoacidi, elementi essenziali per la costruzione delle proteine – i “mattoncini” che compongono l’organismo di qualsiasi essere vivente. Entrambe le lune scoraggiano la vita, perché hanno una superficie gelida, sono quasi completamente prive di aria e vengono bombardate da radiazioni provenienti sia dai campi magnetici dei loro pianeti che dallo spazio profondo. Tuttavia, è possibile che lo strato di ghiaccio superficiale abbia protetto alcune molecole biologiche alla base della vita come la conosciamo noi.

Per questo motivo, ha preso il via un interessante esperimento. Il team di ricerca guidato da Alexander Pavlov ha utilizzato alcuni amminoacidi e li ha sottoposti a radiolisi: per valutare la loro sopravvivenza, gli scienziati hanno condotto alcuni tentativi. Innanzitutto hanno mescolato gli amminoacidi con ghiaccio a -196°C, bombardandoli poi con raggi gamma. Quindi hanno testato la loro sopravvivenza in batteri morti nel ghiaccio. Infine, li hanno mescolati con polvere di silicato per scoprire se potevano resistere anche nella polvere.

Prove di vita su Europa ed Encelado

Gli esperimenti così condotti hanno portato a scoperte molto interessanti. Innanzitutto, è emerso che gli amminoacidi si degradano più facilmente nella polvere: questo significa che le regioni di Europa ed Encelado più ricche di silice siano quelle meno promettenti per la ricerca della vita. Decisamente migliori sono invece le aspettative di sopravvivenza per gli amminoacidi nei batteri morti o nel ghiaccio. Future missioni, dunque, potranno avere maggior fortuna concentrandosi al di sotto della superficie ghiacciata delle due lune.

Ma a quale profondità si possono trovare queste tracce di vita? “In base ai nostri esperimenti, la profondità di campionamento ‘sicura’ per gli amminoacidi su Europa è di circa 20 centimetri alle alte latitudini dell’emisfero posteriore, nell’area in cui la superficie non è stata molto disturbata dagli impatti di meteoriti. Il campionamento del sottosuolo non è invece necessario per il rilevamento di amminoacidi su Encelado: queste molecole sopravvivono alla radiolisi in qualsiasi punto della sua superficie a meno di pochi millimetri di profondità” – ha spiegato Pavlov.

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