Pioggia e vento da record: ecco gli effetti registrati a causa dell'uragano Milton
È sotto osservazione costante da parte di scienziati e studiosi da ogni parte del mondo: l'uragano Milton sta "cambiando" i concetti di pioggia e vento.
Non si tratta certamente di primati positivi e non è senza un certo sconforto che gli studiosi di tutto il mondo stanno continuando a registrare i numeri dell’uragano Milton. Cifre spaventose, record che coinvolgono pioggia e vento e che implicano tragedie di portata immane, che continuano a svolgersi senza che si possa effettivamente fare qualcosa per impedirle.
Milton è uno degli uragani più potenti che si siano formati sull’Atlantico negli ultimi anni. L’allerta sulle sue conseguenze è stata lanciata molto tempo fa dal National Hurricane Center, che aveva già specificato che avrebbe superato in potenza e pericolosità l’uragano Helene, che si è abbattuto sulla Big Bend region in Florida non senza morti e dispersi.
L’evoluzione dell’uragano Milton
Per comprendere a pieno i record dell’uragano Milton, bisogna fare un passo indietro. Il 5 ottobre questo fenomeno meteorologico ha preso le mosse classificandosi come tempesta tropicale nel sud-ovest del Golfo del Messico. Un evento già pericoloso, che per di più si è (fin troppo) rapidamente intensificato: il giorno dopo la velocità del vento è cresciuta e il 7 ottobre è passata da 129 a 282 chilometri orari.
Per avere un’idea ancor più precisa di quanto questo accrescimento sia fuori dal comune, bisogna tenere presente che a livello globale il concetto meteorologico standard di intensificazione rapida è di 30 nodi in 24 ore, ovvero circa 56 chilometri orari al giorno. Milton ha raddoppiato questo numero e non solo: nel giro di un’altra manciata di giorni, si è anche esteso in ampiezza.
I suoi venti, infatti, si allargano dall’epicentro dell’uragano verso l’esterno, colpendo da un minimo di 45 a un massimo di 130 chilometri di distanza e ancora oggi gli studiosi prevedono che la sua portata possa aumentare.
I record dei venti
Sempre secondo gli esperti, la crescente portata dei venti di Milton è attualmente pari e, probabilmente, supererà i record raggiunti dagli uragani Wilma (2005) e Felix (2007). I venti massimi non sembrano ancora aver raggiunto il loro picco massimo, pur muovendosi attualmente a quasi 290 chilometri orari secondo il secondo il National Hurricane Center.
L’autorità scientifica statunitense ha anche sottolineato che attualmente, anche il livello di pressione dell’uragano è da record: si attesta a 897 mb, bassississima persino per un fenomeno simile (in genere più bassa è la pressione, più forte è l’uragano). Sempre il National Hurricane Center ha più volte ribadito che nonostante le fluttuazioni nella forza del fenomeno che sono previste nei prossimi giorni, l’uragano Milton rimane un uragano estremamente pericoloso.
Piogge travolgenti
Per diretta conseguenza, anche le piogge che accompagnano questo fenomeno sono spaventose. Questo per un motivo semplice: un uragano si forma quando una perturbazione meteorologica, come un temporale, attira aria calda in superficie da tutte le direzioni. L’acqua di mare evapora e viene trascinata verso l’alto dai venti convergenti.
Mentre sale, il vapore acqueo si raffredda e si condensa in nuvole e pioggia. Contestualmente, altra aria calda e umida sale a spirale dalla superficie per sostituirla. Va da sé che i livelli di vapore acqueo accumulati siano altissimi e in grado, come fatto fino ad adesso, di causare piogge torrenziali e tempeste violente, che conducono anche a mareggiate, inondazioni e alluvioni. I livelli di allerta, per il momento, non si abbassano. E nel caso ve lo steste chiedendo, sì: tutti gli scienziati concordano nel dire che il principale responsabile di questo drammatico evento è il cambiamento climatico.