Gli effetti del cambiamento climatico sul meteo di questo inverno: cosa ci aspetta
Che inverno ci attende? Il cambiamento climatico sta avendo un impatto sempre più gravoso e la prossima stagione sarà devastante
Siamo ormai giunti a un punto dello stravolgimento climatico in cui il cambiamento ha conseguenze pratiche e continuative nella nostra vita. Stagione dopo stagione, anno dopo anno, è innegabile come il mondo vada trasformandosi, con picchi estremi a dir poco preoccupanti. Guardando un po’ più avanti, cosa ci attende dopo l’estate?
Inverno 2024, come sarà il meteo
Dopo la fine di El Niño, è tempo de La Niña, che è la controparte più fredda del già citato fenomeno atmosferico. Ci si attende un prolungato impatto sul clima, fino a tutto l’inverno, per quanto riguarda l’emisfero settentrionale.
Stando all’NWS, i dati suggeriscono che ci sia l’85% di probabilità che La Niña si protragga fino a gennaio 2025. Inizialmente si prevedeva un suo “arrivo” a giugno 2024 ma le previsioni aggiornate parlano di luglio-settembre. Ciò vuol dire che il suo impatto più gravoso cadrà nella stagione degli uragani nell’Atlantico. Un elemento cardine, dal momento che potrebbe peggiorare di molto le condizioni meteo.
Sono previste tra le 17 e le 25 tempeste, tanto grandi da meritare un nome. In Italia il condizionamento da La Niña sarà enorme. Una situazione che riguarda tutt’Europa. Ciò indica un raffreddamento delle temperature delle acque superficiali del Pacifico centrale e orientale.
In termini generali, ci si aspetta un gran quantitativo di precipitazioni sull’Italia. Eventi estremi che seguiranno un’estate dalle temperature decisamente torride, soprattutto al Sud, come stiamo sperimentando da più di un mese ormai.
Cambiamento climatico estremo
Le condizioni climatiche sono sempre più estreme, con realtà meteorologiche sorprendentemente mutevoli. Si passa così da un’ondata di calore eccezionale, con temperature record, a una condizione tipica dell’inverno, con nevicate e piogge. È accaduto ad aprile 2024, con picchi di 32-35°C e cali fino a 12°C nell’arco di una settimana.
Gli eventi estremi sono sempre meno rari, purtroppo per noi, al punto da ipotizzare che il prossimo futuro sarà sempre peggio. Il 2023 è un anno che fa da specchio per il domani. Un anno da record ma non in un’accezione positiva. Un anno fa si parlava dei primi giorni di luglio come dei più caldi mai registrati. La temperatura media, su scala globale, aveva infatti raggiunto il valore più alto dall’inizio delle serie storiche: superata quota 17°C. Con i suoi 17,24°C, il 6 luglio 2023 rappresenta l’apice massimo, con 1,54°C in più rispetto alla media dell’epoca preindustriale.
Le acque del Mediterraneo hanno raggiunto i 30°C un anno fa, ovvero 5°C sopra la media per il mese di luglio. Ciò evidenzia senza dubbi come la trasformazione climatica sia in atto e sia già estremamente gravosa già sulle generazioni odierne. Si fa un gran parlare del futuro dei nostri figli e nipoti, e dei loro figli. La verità, però, è che il mondo muta rapidamente e drasticamente e ben presto non saremo in grado di riportarlo sui giusti binari, considerando il gran numero di esseri umani presenti sul pianeta.