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Ring porta l'AI sui suoi device ma come proteggerà la privacy degli utenti

Ring ha annunciato l’arrivo di diverse funzioni AI a bordo di videocitofoni e sistemi per la sicurezza domestica. Resta solo da sciogliere il nodo della privacy

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Fonte: Ring

Ring, la divisione di Amazon specializzata in videocitofoni e sicurezza domestica, ha annunciato un’importante novità per i suoi dispositivi che, a breve, vedranno l’introduzione delle notifiche generate dall’intelligenza artificiale utili per avvisare gli utenti di attività insolite nelle vicinanze della propria abitazione.

Questa funzione sarà in grado di sfruttare l’AI per fornire riepiloghi testuali concisi dei movimenti rilevati con la promessa di migliorare l’efficacia e la tempestività degli avvisi di sicurezza.

Come funzionano le notifiche AI di Ring

La nuova tecnologia di Ring utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare i filmati catturati dai campanelli e dalle telecamere, riuscendo a identificare l’oggetto che ha attivato l’avviso e generando un riepilogo testuale sintetico, visualizzato come notifica direttamente sullo smartphone dell’utente.

Questi riepiloghi sono “volutamente concisi”, come spiegato dall’azienda produttrice, per permettere alle persone di comprendere velocemente la natura dell’evento e valutare l’urgenza della situazione.

L’introduzione di queste funzioni AI fa parte di una strategia più ampia che, a partire dai prossimi mesi, sfrutterà l’intelligenza artificiale per migliorare la sicurezza domestica, rendendo molto più intelligenti tutti i vari dispositivi dell’ecosistema.

Importante ricordare che questa nuova caratteristica è attualmente disponibile in versione beta per gli abbonati premium di Ring negli Stati Uniti e in Canada. Al momento non sono ancora disponibili maggiori informazioni riguardo a un rollout globale.

L’AI di Ring e le sfide per la privacy degli utenti

L’arrivo delle notifiche AI sui dispositivi ring è solo l’ultima delle innovazioni tecnologiche che l’azienda di proprietà di Amazon ha portato nelle mani dei suoi utenti negli ultimi anni, tuttavia, come accaduto in passato, non mancano dubbi e controversie relative alla privacy.

Non a caso, infatti, ci sono ancora parecchie incertezze sull’arrivo di queste funzioni in Europa, dove l’azienda produttrice dovrà necessariamente scontrarsi con il GDPR (General Data Protection Regulation) per garantire a tutti un’adeguata protezione dei dati personali.

Del resto, si tratta di un argomento complesso che, già da qualche anno, sta mettendo a dura prova le varie aziende attive nel settore della videosorveglianza e non solo. Applicare tecnologie AI a un contesto come questo può rappresentare una grande novità per migliorare l’efficacia della sicurezza domestica, tuttavia trattandosi di un ambito estremamente delicato non mancheranno diverse sfide da affrontare.

A oggi, anche in relazione a controversie sull’utilizzo delle immagini da parte delle Forze dell’Ordine negli USA, Ring sta procedendo cautamente (cosa che potrebbe portare a dei ritardi sull’arrivo di queste novità in Europa), tentando di bilanciare innovazione e sicurezza, offrendo ai consumatori strumenti sempre più intelligenti per proteggere le proprie abitazioni ma senza violare la privacy altrui.

La questione è ancora in evoluzione e, dopo la fine della fase di test in USA e Canada, sapremo se Ring è riuscita a superare le sfide legate alla privacy e a trovare una qualche soluzione che gli consenta di operare anche in Europa nel pieno rispetto della normativa vigente.

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