SCIENZA

"Può comparire acqua" su Marte per brevi periodi, incredibile scoperta italiana

Incredibile scoperta italiana su Marte avrebbe rivelato la possibilità di una temporanea formazione di acqua sulla sua superficie, in date condizioni. Sarebbe rivoluzionario.

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Fonte: 123RF

È stata realizzata un’incredibile scoperta italiana su Marte analizzando le immagini ad alta risoluzione che immortalano la superficie del Pianeta Rosso. In particolari condizioni, potrebbe manifestarsi la temporanea presenza di acqua: se confermato, si aprirebbero nuovi scenari.

Presenza temporanea di acqua, la scoperta italiana su Marte

Da sempre, nell’immaginario collettivo, Marte è considerato come un deserto ghiacciato e inospitale. Le sue temperature gelide, la bassa pressione atmosferica e la scarsità di acqua hanno contribuito ad attribuire al Pianeta Rosso un’aura di mistero e d’inaccessibilità. Tuttavia, nuove ricerche suggeriscono che, se si presentano certe condizioni, la storia potrebbe essere diversa. Un team di ricercatori italiani ha fatto una scoperta che potrebbe riscrivere ciò che sappiamo di Marte e delle sue capacità di ospitare acqua, seppur per brevi periodi.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Geosciences, porta la firma di Antonio Nardi e Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ed è nata dall’analisi d’immagini ad altissima risoluzione della superficie marziana, scattate dalla sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter. Ciò che hanno osservato ha suscitato stupore: i cosiddetti “linear gullies” – canali marziani dal profilo meno irregolare rispetto ai tradizionali calanchi – potrebbero essere il risultato di un fenomeno che include la presenza temporanea di acqua allo stato liquido.

La teoria avanzata dai ricercatori si fonda su un’idea affascinante e, se confermata, potenzialmente rivoluzionaria: durante i primi giorni della primavera marziana, in concomitanza con forti folate di vento, le condizioni atmosferiche potrebbero essere tali da permettere la formazione di acqua liquida in corrispondenza di questi canali.

Secondo Nardi e Piersanti, in queste circostanze, la temperatura e la pressione atmosferica potrebbero salire a tal punto da favorire brevi periodi di liquefazione dell’acqua, per poi ritornare velocemente alla sua forma gassosa o solida. Questo fenomeno, tra l’altro, potrebbe ripetersi annualmente, come una sorta di ciclo stagionale che caratterizza la superficie di Marte.

La vita su Marte è possibile?

La chiave di questa scoperta si trova nelle immagini analizzate, che documentano il cambiamento dei linear gullies lungo il versante della duna Russell, una delle più grandi formazioni di sabbia nel cratere omonimo. Ciò che ha colpito i ricercatori è stato il comportamento della superficie marziana: i canali mostrano segni di umidità assorbita dalla sabbia durante le fasi più fredde, per poi evidenziare segni di evaporazione immediata quando si espongono alla luce solare. Secondo Nardi, si tratterebbe dell’effetto della brina, una sottile copertura di ghiaccio che si forma nelle zone più fredde e che, quando esposta alla luce diretta, subisce una rapida dispersione.

L’osservazione è estremamente interessante per due motivi principali. In primo luogo, offre una nuova spiegazione per la formazione dei linear gullies, canali che finora avevano sollevato interrogativi sulla loro origine. Se la brina è la causa della loro creazione, allora questo fenomeno potrebbe avvenire senza bisogno di acqua in quantità abbondanti, ma semplicemente come risultato di piccole variazioni termiche e atmosferiche, un aspetto che la ricerca tradizionale non aveva preso in considerazione.

In secondo luogo, la scoperta pone nuove domande sul passato e sul presente di Marte. La possibilità che anche oggi piccole quantità di acqua possano comparire sulla sua superficie non solo alimenta la visione di una vita marziana passata, ma apre le porte a nuove ipotesi sulla sua abitabilità.

Se la presenza di acqua liquida è limitata a brevi periodi, potrebbe anche implicare la possibilità di vita microbica resistente alle condizioni estreme, una scoperta che avrebbe implicazioni enormi per la scienza e la nostra comprensione della vita nell’Universo.

Nonostante la scoperta sia affascinante, gli scienziati avvertono che occorrono ulteriori indagini per confermare questa teoria. La raccolta di dati da future missioni marziane, con l’ausilio di nuovi rover e magari anche di equipaggi umani, potrebbe finalmente rispondere a questa domanda. Se la presenza di acqua liquida fosse confermata, potrebbero anche cambiare le prospettive delle missioni future, permettendo agli scienziati di concentrarsi su luoghi più promettenti per l’esplorazione e l’eventuale ricerca di forme di vita.

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