SCIENZA

C'è un vulcano sottomarino pronto a esplodere da un momento all'altro

L'Axial Seamount, uno dei vulcani sottomarini più attivi al mondo, è pronto a eruttare, cambiando il volto del fondale oceanico

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Nelle profondità oscure dell’oceano, dove la luce del sole non arriva mai e la pressione schiaccia ogni forma di vita superficiale, qualcosa si sta preparando: un lento respiro di magma che si accumula, gonfiando il fondale marino e facendo tremare le rocce con piccoli, costanti sussulti. È un vulcano sottomarino che potrebbe risvegliarsi da un momento all’altro, con conseguenze che si estendono ben oltre le sue oscure pareti vulcaniche.

Gli scienziati hanno imparato a decifrare questi segnali, frammenti di un linguaggio antico fatto di terremoti, deformazioni e sbuffi di calore. Certo, prevedere un’eruzione del genere resta una sfida immensa, un enigma in cui ogni segno è prezioso ma mai definitivo. Eppure, a quanto pare, tutti gli indizi puntano verso lo stesso, inquietante verdetto: un’esplosione imminente.

L’Axial Seamount e i nuovi segni d’attività

Ma facciamo un passo indietro: il vulcano in questione non è un emerito sconosciuto, ma un gigante ben noto agli studiosi. Si tratta, infatti, dell’Axial Seamount, uno dei vulcani sottomarini più attivi del pianeta. Situato sul fondale dell’oceano al largo dell’Oregon, è una delle vette più giovani della catena vulcanica lungo la dorsale di Juan de Fuca, dove due placche tettoniche si allontanano lentamente, creando nuove croste oceaniche.

L’Axial è noto per la sua imponente caldera, un cratere largo circa tre chilometri e profondo 500 metri, formatosi dal collasso della sua camera magmatica dopo antiche eruzioni. Nonostante la sua natura inaccessibile, l’Axial è uno dei vulcani sottomarini meglio monitorati al mondo.

Dal 2014, una rete di sensori del progetto Ocean Observatories Initiative (OOI) registra in tempo reale ogni minimo movimento del fondale, ogni variazione di pressione e ogni segnale sismico. È grazie a questi strumenti che gli scienziati hanno potuto osservare i primi, inquietanti segni di attività: il fondale si sta sollevando, come un pallone che si gonfia, e la frequenza dei terremoti è in aumento.

L’esplosione è imminente?

Secondo alcuni ricercatori, l’Axial ha raggiunto un livello di inflazione simile a quello che ha preceduto le sue ultime eruzioni, nel 2011 e nel 2015: il fondale, precisamente, si è sollevato di oltre 25 centimetri e ogni giorno si registrano tra 200 e 300 piccoli terremoti, con picchi che superano i 1.000 in certe condizioni di marea.

Stando ai numerosi studiosi che stanno monitorando ciò che accade nelle profondità dell’Oceano, il magma sta lentamente risalendo verso la superficie, accumulando pressione sotto la crosta oceanica. Se questi segnali verranno confermati, l’eruzione potrebbe avvenire in qualsiasi momento, anche se il “quando” resta ancora un’incognita.

Gli scienziati sono pronti a cogliere ogni istante del fenomeno, sperando di raccogliere dati che potrebbero cambiare per sempre il modo in cui comprendiamo le eruzioni sottomarine.

Implicazioni future

Se l’Axial Seamount eruttasse nei prossimi mesi, l’evento avrebbe conseguenze profonde, anche se per lo più limitate all’ambiente marino. Quando il magma risale dal mantello terrestre e raggiunge il freddo abisso oceanico, si raffredda rapidamente, formando strutture note come pillow basalts, colate di lava a forma di “cuscino” che ridefiniscono il paesaggio sottomarino.

Contestualmente, le eruzioni possono distruggere interi ecosistemi in pochi minuti: è successo nel 2011, quando un’intera area di sfiati attivi è stata sommersa, cancellando ogni forma di vita. Comprendere questi cicli di distruzione, spesso seguiti da una sorta di rinascita e ripopolazione del “nuovo” paesaggi,  è fondamentale per i biologi e i geologi marini.

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