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SPID addio nel 2025? Cosa sta succedendo

La CIE cresce a ritmi impetuosi, IT Wallet si avvicina e a primavera 2025 scade la convenzione con i provider: che fine farà lo SPID?

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Il sottosegretario all’Innovazione Tecnologica, Alessio Butti, lo ha detto più volte: da tre sistemi di identità digitale bisogna passare a uno solo, ma non subito. I numeri sembrano dargli ragione e tra SPID, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) e Carta d’Identità Elettronica (CIE), a crescere maggiormente è proprio l’ultima, cioè il sistema preferito dallo stesso Butti, perché è un sistema 100% pubblico e gratuito.

I numeri forniti dal sottosegretario sono molto incoraggianti per chi tifa per la CIE, a scapito dello SPID (la CNS è praticamente inutilizzata in Italia): la Carta d’Identità Elettronica cresce a ritmi impetuosi, sia a livello di rilascio delle CIE che di uso delle stesse da parte dei cittadini. Il tutto mentre crescono anche le amministrazioni pubbliche che permettono di autenticarsi tramite il sistema “Entra con CIE“.

CIE contro SPID: i numeri

Le Carte d’Identità Elettroniche attive oggi in Italia sono 44 milioni, a fronte di 58,9 milioni di cittadini e di 37,8 milioni di SPID attivi. Le nuove attivazioni di CIe sono state 5,5 milioni, i download dell’app CIE ID (necessaria per “entrare con CIE“) sono stati 17,5 milioni.

Questi numeri sono molto favorevoli alla CIE, ma erano anche scontati: la vecchia carta d’identità tradizionale cartacea non esiste più e, man mano che i vecchi documenti devono essere rinnovati, viene emessa sempre la carta elettronica. Lo SPID, invece, si deve richiedere e pagare personalmente.

Butti comunica anche che, nei primi 4 mesi del 2024, ci sono stati 23 milioni di accessi ai siti della Pubblica Amministrazione effettuati tramite il sistema “Entra con CIE“. Si tratta di un numero elevatissimo rispetto al 2023 quando, nell’intero anno, erano stati raggiunti 36 milioni di accessi.

Il numero degli Enti Pubblici che permettono oggi l’accesso con CIE, infine, è salito a 9.635 (+65% rispetto a un anno fa).

CIE contro SPID: il vincitore è scontato

Il Governo ha prorogato l’anno scorso la convenzione con i provider di SPID, per altri due anni, finanziandoli con 40 milioni di euro. A primavera 2025, quindi, si deciderà se lo SPID continuerà ad esistere oppure no.

In realtà, però, è solo questione di tempo prima che lo SPID verrà messo da parte. Non solo perché, tecnicamente, è un servizio inferiore rispetto alla CIE, ma anche perché la CIE è obbligatoria mentre lo SPID è facoltativo.

Il meccanismo “Entra con CIE“, basato sulla scansione della carta tramite il chip NFC degli smartphone, è ormai alla portata di tutti o, quanto meno, di tutti quelli che oggi già usano lo smartphone per pagare al POS: il gesto è esattamente lo stesso, prima o poi lo impareranno tutti.

Il futuro: IT Wallet

Infine, c’è un altro fattore importantissimo da considerare: IT Wallet. Il portafogli digitale nazionale italiano, che si integrerà con il suo equivalente europeo EU Digital Identity Wallet (EUDIW), diventerà operativo proprio nel 2025 (ma la sperimentazione partirà già nel 2024) e ingloberà al suo interno tutti i dati di CIE, CNS e SPID.

L’idea del Governo è quella di far confluire tutti i dati degli SPID nel nuovo sistema, che, a quel punto, diventerà praticamente un inutile duplicato.

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