SCIENZA

Strane luci nel cielo avvistate prima del terremoto in Marocco: di che si tratta?

Prima degli strani bagliori hanno illuminato il cielo notturno, poi un terremoto ha devastato il Marocco: come possiamo spiegare questo fenomeno?

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Fonte: 123RF

Abbiamo appreso con sgomento la notizia del terremoto di magnitudo 6.8 che ha devastato il Marocco, con epicentro a circa 75 km da Marrakech, nelle Alte Montagne dell’Atlante. Ma c’è un altro fenomeno che ha suscitato parecchio stupore e che si lega in modo misterioso al disastroso sisma: poco prima che avvenisse, infatti, sono state avvistate nel cielo delle strane luci, come dei bagliori. Semplice coincidenza oppure oscuro presagio?

Cosa sono le luci avvistate prima del terremoto in Marocco

Poco prima che la terra cominciasse a tremare, distruggendo letteralmente intere città e villaggi, in tanti hanno segnalato la presenza di strani bagliori luminosi che squarciavano il cielo notturno. Neanche a dirlo, sui social si sono riversati video e immagini di questo fenomeno misterioso con i commenti di chi, ignaro dell’imminente disastro, continuava a chiedersi con sommo stupore di che si trattasse.

Ma abbiamo realmente una risposta? C’è una parte di comunità scientifica che identifica questi bagliori come “luci sismiche”, ritenendo che si tratti di un fenomeno strettamente correlato all’attività sismica, appunto. A supportare questa teoria c’è uno studio del geofisico Friedemann Freund del SETI Institute, che ha raccolto e analizzato 65 segnalazioni potenzialmente simili raccolte a partire addirittura dal 1.600. Sì, perché quanto accaduto in Marocco in realtà si verifica praticamente da sempre.

Secondo Freund le cosiddette “luci sismiche” non sono altro che una forma elaborata di elettricità statica. Come ha spiegato al Washington Post, quando le placche tettoniche si muovono, si sfregano l’una sull’altra e in questo modo l’attrito genera una corrente talmente potente da produrre una scarica elettrica. Da qui i lampi luminosi nel cielo.

Altre possibili spiegazioni del fenomeno

Come anticipato, a supportare questa teoria è soltanto lo studio di Freund, almeno per il momento. Contrariamente a quanto afferma il geologo, molti scienziati non sono convinti che questa sia una spiegazione esauriente e in realtà le cosiddette “luci sismiche” non esisterebbero in quanto tali. Insomma, non è l’attrito tra le placche tettoniche a generare corrente e scariche elettriche.

È di questo avviso la fisica Karen Daniels della North Carolina State University, ad esempio, che al Times ha detto senza troppi giri di parole che la spiegazione di Freund è altamente improbabile, tuttavia ritiene plausibile che in qualche modo si tratti di un fenomeno strettamente correlato al terremoto in sé. “Siamo confortati da cose che possiamo capire e siamo spaventati da cose che non comprendiamo – ha detto -. Penso che questo sia parte del motivo per cui siamo così affascinati da questo fenomeno”.

Anche l’US Geological Survey offre una interpretazione piuttosto cauta del fenomeno: “Fenomeni come fulmini, sfere di luce, stelle filanti e bagliori costanti, segnalati in associazione ai terremoti, sono chiamati luci sismiche (EQL) – si legge sul sito -. I geofisici differiscono nella misura in cui pensano che i singoli rapporti di illuminazione insolita vicini al momento e all’epicentro di un terremoto rappresentino effettivamente l’EQL: alcuni dubitano che qualcuno dei rapporti costituisca una prova solida dell’EQL, mentre altri pensano che almeno alcuni rapporti corrispondano plausibilmente all’EQL. Sono state proposte ipotesi basate sulla fisica per spiegare classi specifiche di rapporti EQL, come quelli nelle immediate vicinanze della faglia causativa al momento di un forte terremoto. D’altro canto, alcune segnalazioni di EQL si sono rivelate associate alla formazione di archi elettrici provocati dallo scuotimento delle linee elettriche“.

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