SCIENZA

Transizione energetica: la scoperta che cambia tutto

Per la prima volta hanno trovato in Europa qualcosa che potrebbe risolvere il problema della transizione energetica: adesso tutto può cambiare.

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“Una buona notizia per l’Europa e il clima”, con queste parole è stato annunciato il ritrovamento del “più grande deposito mai conosciuto” di terre rare nel Vecchio Continente, per l’esattezza nella regione del Kiruna in Svezia. Una buona notizia sì, perché arriva in un periodo storico in cui si parla sempre più insistentemente di temi come il cambiamento climatico, le emissioni inquinanti e soprattutto della transizione energetica, tassello importante e necessario per allontanare definitivamente il Pianeta dal suo punto di non ritorno. La nuova scoperta europea potrebbe davvero cambiare tutto.

Scoperto in Svezia il più grande giacimento di terre rare

L’annuncio è stato diffuso lo scorso 12 gennaio dal gruppo minerario svedese LKAB e in un batter d’occhio ha letteralmente fatto il giro del mondo. Nell’area di Kiruna è stato individuato il più grande giacimento di terre rare che l’Europa abbia mai visto e, secondo le prime stime, conterrebbe al suo interno oltre un milione di tonnellate di minerali preziosissimi per l’industria digitale e lo sviluppo delle energie green a basso impatto ambientale. Basti pensare che questi metalli possono essere impiegati nella produzione di veicoli elettrici o turbine eoliche, per citarne soltanto un paio.

“Questa è una buona notizia, non solo per LKAB, la regione e il popolo svedese, ma anche per l’Europa e il clima – ha affermato Jan Moström, Presidente e CEO del gruppo -. Questo è il più grande deposito conosciuto di elementi di terre rare nella nostra parte del mondo e potrebbe diventare un elemento fondamentale per la produzione delle materie prime fondamentali che sono assolutamente cruciali per consentire la transizione verde“.

Perché le terre rare sono importanti per la transizione energetica

Con terre rare ci riferiamo a un gruppo di 17 elementi della tavola periodica che trovano ampio utilizzo sia nell’industria tecnologica che nel settore delle energie rinnovabili. Basti citare gli impieghi nella produzione di fibra ottica o di batterie ricaricabili, che sono elementi essenziali nell’industria delle automobili elettriche o ibride e per costruire pannelli solari e pale eoliche.

Le terre rare sono considerate elementi imprescindibili per la transizione ecologica, ragion per cui la scoperta in Svezia rappresenta una vera e propria rivoluzione che ci potrebbe garantire la possibilità di attuare tale cambiamento senza alcun problema. La Banca Mondiale stima che la domanda di tali minerali dovrebbe aumentare esponenzialmente già entro il prossimo decennio, ragion per cui avere a disposizione un giacimento senza dover importare tali materiali da Paesi come la Cina diventa la chiave per arginare i costi e non dipendere da altri. Che in una situazione geopolitica turbolenta come quella che siamo vivendo non è affatto una cattiva idea.

Transizione energetica in Europa, quali sono i rischi

C’è soltanto un “ma” di cui tener conto. Le terre rare sono considerate i “materiali del futuro”, necessari per attuare davvero la transizione energetica a favore dell’elettrificazione e dello sviluppo di impianti e tecnologie green, che riducano le emissioni di CO2 e l’inquinamento ambientale. Quel che non convince alcuni scienziati sono, però, i rischi e gli effetti a lungo termine.

Estrarre le terre rare richiede un processo lungo, dispendioso e anche altamente inquinante – come riporta un rapporto dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo) – le cui fasi rischiano di produrre una quantità di rifiuti tale da aumentare il rischio di contaminazione ambientale.

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