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Fabbriche di energia nello spazio, stanno lavorando a un progetto rivoluzionario: può cambiare tutto

Solaris è l'ambizioso progetto che potrebbe risolvere l'annosa questione della produzione di energia pulita in quantità tali da soddisfare il fabbisogno mondiale.

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L'ambizioso progetto per produrre energia nello spazio Fonte foto: Ph. Airbus

Immense fabbriche di energia orbitanti nello spazio, in grado di trasmettere sulla Terra elettricità in modalità wireless proveniente da una fonte economica, pulita e pressoché infinita come il Sole: è questo l’ambizioso progetto ora giunto davanti al Consiglio ministeriale dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, che – se dovesse andare in porto – rappresenterebbe una possibile soluzione al problema della crisi energetica mondiale.

Il programma Solaris, per avere energia pulita dallo spazio

Da tempo gli scienziati studiano un metodo per produrre energia elettrica nello spazio, un’idea fantascientifica e molto affascinante. Finora, tuttavia, gli ostacoli sono stati numerosi: dai costi per realizzare centrali elettriche orbitanti alla fattibilità della trasmissione dell’energia prodotta verso la Terra. Il programma Solaris potrebbe essere la risposta che stavamo aspettando ed è attualmente al vaglio dell’ESA. L’Agenzia Spaziale Europea, nel corso della settimana, si riunirà per valutare quali proposte inserire nel budget del prossimo triennio, e tra queste potrebbe rientrare anche lo studio per verificare la possibilità (e la convenienza) di creare fabbriche di energia nello spazio.

L’idea è certamente molto interessante: si tratterebbe di costruire delle vere e proprie centrali elettriche che possano attingere ad una delle principali (e quasi inesauribili) fonti rinnovabili, il Sole. La nostra stella ha infatti una sopravvivenza stimata di altri 5 miliardi di anni, e se ne può ricavare energia pulita in maniera pressoché illimitata. Il progetto Solaris potrebbe dunque fornire una soluzione ad un crescente fabbisogno energetico a livello mondiale, in modo sostenibile ed economico. “L’idea dell’energia solare basata sullo spazio non è più fantascienza” – spiega il dottor Sanjay Vijendran dell’ESA – “Il potenziale c’è, ora dobbiamo capire il percorso tecnologico”.

Uno dei principali ostacoli alla realizzazione di un progetto così ambizioso è il costo: il crollo delle spese necessarie per i lanci nello spazio, grazie ai razzi riutilizzabili e alle altre tecnologie del settore, potrebbe ora rendere possibile produrre energia in maniera economica grazie a fabbriche in orbita attorno al nostro Pianeta. E a proposito di tecnologia: per trasmettere l’elettricità dallo spazio alla Terra non si possono certo utilizzare lunghissimi cavi, bensì è necessario predisporre una rete wireless che sfrutti le microonde. E di progressi in questo ambito ne sono stati fatti in abbondanza, quindi il programma Solaris potrebbe davvero trovare attuazione nei prossimi anni.

Come funzionano le fabbriche di energia nello spazio

Come funzionerebbero le centrali elettriche dello spazio? La produzione di energia solare sulla Terra è purtroppo incostante, perché soggetta a fattori molto variabili: nelle giornate nuvolose e durante le ore notturne la produzione si avvicina allo zero. In orbita, la situazione è ben diversa ed è ipoteticamente possibile sfruttare appieno il Sole per raccogliere energia. Naturalmente, finora un progetto del genere non poteva giovare di tecnologia adatta (e di risorse economiche sufficienti) alla sua realizzazione. Ma le cose stanno per cambiarStanno lavorando a un progetto rivoluzionario: può cambiare tuttoe.

Per poter funzionare, una centrale elettrica nello spazio dovrebbe essere dotata di una vasta distesa di pannelli solari ad altissima efficienza disposti su una stazione orbitante. L’energia così prodotta dovrebbe poi essere convertita in microonde da inviare verso la Terra, grazie ad un’antenna che sfrutta le più avanzate tecnologie. Infine, ovviamente, sul nostro pianeta dovrebbe essere presente un centro di raccolta che riceva le microonde e le converta in elettricità, da convogliare poi nella rete nazionale. Insomma, il progetto è decisamente ambizioso. Ma sarebbe una vera svolta nell’ambito della produzione di energie rinnovabili e del lento abbandono dei combustibili fossili.