Twitter Blue avrà un nuovo abbonamento ancora più costoso

Elon Musk toglie le pubblicità da Twitter Blue, ma il costo dell’abbonamento sale ancora: gli utenti accetteranno di pagarlo?

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Fonte: Postmodern Studio / Shutterstock

Da quando Elon Musk ha deciso di acquistare Twitter, l’azienda non se la passa di certo molto bene. Con un calo delle entrate del 40% anno su anno (nel 2022) il magnate americano si trova costretto a scelte molto impopolari per cercare di arginare queste perdite.

Twitter Blue senza pubblicità? Sì, ma costa di più

Dopo aver vietato di punto in bianco agli sviluppatori di creare app simili a Twitter utilizzando le API originali, Musk ha ora deciso di concentrarsi sul già controverso abbonamento Twitter Blue che al momento è disponibile negli Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito.

Nonostante le pubblicità sono ovviamente la maggiore fonte di profitto di Twitter, per alcuni abbonati a Twitter Blue, che comunque ne ricevono già meno rispetto agli utenti free, queste sono spesso invadenti e comunque sempre troppe. Lo stesso Musk ha ammesso che gli annunci su Twitter Blue sono “troppo frequenti e troppo grandi“.

Per questi utenti allergici agli spot, Musk, con un tweet, ha preannunciato la volontà di lanciare un nuovo piano di abbonamento che, a fronte della totale sparizione delle pubblicità, prevede un aumento del costo mensile.

Non è ancora chiaro quanto queto nuovo abbonamento a Twitter Blue, che attualmente costa 11 dollari al mese (ma si risparmia un po’ con l’abbonamento annuale), finirà per costare. Allo stesso tempo non è stata annunciata una data di lancio, anche se di sicuro il tutto avverrà nel 2023.

Twitter perde soldi, Musk cerca alternative

Twitter sembra ora essere una bella patata bollente nelle mani di Musk, che ha visto, secondo alcuni report, sparire 17 delle migliori 30 aziende che investivano in pubblicità sulla piattaforma. È chiaro che le entrate derivanti dalle pubblicità sono quelle generano il maggior profitto all’azienda, e questa fuga di inserzionisti preoccupa non poco il CEO di Tesla.

Se le entrate dalla fonte principale latitano, è quindi necessario trovare alternative che generino profitti. Da qui la scelta di proporre l’abbonamento senza pubblicità con un costo maggiore.

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