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SCIENZA

In un antico monastero c’è una lettera “scritta dal diavolo”

La lettera del diavolo è uno degli episodi più inquietanti legati alla Chiesa, un misterioso foglio ritrovato tra le mani di una suora

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L'inquietante lettera del diavolo Fonte foto: Wikipedia

Un mistero lungo tre secoli e mezzo. È dall’11 agosto del 1676 che si cerca di decifrare un documento inquietante, vale a dire quella che è nota come “lettera del diavolo”. Si tratta di una storia che puntualmente viene aggiornata e che, nonostante i progressi della tecnologia, è ancora avvolta da fosche nubi che non permettono di arrivare alla verità completa.

In quella calda giornata del XVII secolo, una suora di clausura fu trovata a terra nella propria cella, per la precisione nel monastero di Palma di Montechiaro (in provincia di Agrigento). La donna aveva faccia e mani sporche di inchiostro, oltre a impugnare un foglio con delle scritte apparentemente incomprensibili.

La ricostruzione è presto detta. La suora, tale Maria Crocifissa della Concezione che in passato era stata la nobile siciliana Isabella Tomasi, avrebbe combattuto con il diavolo per tutta la notte. In poche parole, i demoni si sarebbero impossessati di lei, spingendola a scrivere la misteriosa lettera. Il linguaggio è apparso strano fin da subito, mescolando greco, latino, cirillico e persino alfabeti di popoli antichi poco conosciuti. Tra questi popoli, poi, ce n’erano alcuni riconosciuti come adoratori del diavolo. L’unica parola che si intuisce nel documento è “ohimè” e anche questo dettaglio ha una spiegazione affascinante.

L’utilità degli algoritmi

Fa quello che sostiene la tradizione (tra mito, leggenda e fonti ufficiali), pare che la monaca dopo lo scontro con i demoni si fosse ripresa appena in tempo, rifiutandosi di firmare la lettera del diavolo e lasciando ai posteri il documento. La Chiesa ancora accetta questa spiegazione dell’accaduto: Suor Maria Crocifissa della Concezione è stata poi beatificata vent’anni dopo la terribile esperienza, ma del contenuto del foglio non è stato possibile chiarire nulla. È stato sfruttato praticamente di tutto, persino un algoritmo che è andato molto vicino alla verità. Nel 2017, infatti, un gruppo di fisici e informatici catanesi ha interpretato le strane parole della lettera, anche se il risultato non è stato soddisfacente.

Inoltre, sembra che i demoni abbiano confidato alla donna due messaggi, ma lei si sarebbe rifiutata di rivelarli, persino in punto di morte, di conseguenza il mistero rimane insondabile.

Cosa significa la lettera

La traduzione della lettera del diavolo non avrebbe infatti un senso compiuto: “Forse ormai certo Stige. Poiché Dio Cristo Zoroastro seguono le vie antiche e sarte cucite dagli uomini, Ohimé! Un Dio che sento liberare i mortali”. Secondo gli stessi esperti, comunque, la spiegazione sarebbe più semplice di quello che si vorrebbe credere. Alcuni sostengono che, con tutta probabilità, la donna non era convinta al 100% di diventare monaca di clausura e avrebbe inventato questa storia di sana pianta utilizzando simboli che conosceva e inscenando il tragico ritrovamento, così da poter dare risonanza al proprio nome.

Non a caso, la vicenda della lettera del diavolo ha finito per incuriosire tantissimi scrittori, tra cui Giuseppe Tomasi Di Lampedusa, pronipote della suora che nel “Gattopardo” ha voluto inserire in suo onore il personaggio di Beata Corbera. Attualmente il testo originale si trova nello stesso monastero dell’Agrigentino, un prezioso reperto che non smette di far discutere. D’altronde succede spesso quando si ha a che fare con scoperte che riguardano da vicino la Chiesa, come ad esempio il “Prezioso Sangue di Cristo” che sarebbe stato ritrovato da un detective olandese non molto tempo fa.

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