SCIENZA

Cos'è quel bagliore blu che hanno visto su Saturno?

L'aurora non è una prerogativa della Terra: scopriamo la bellezza dell'aurora di Saturno, immortalata anni fa per la prima volta da Hubble

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Fonte: NASA, ESA, J. Clarke (Boston University), and Z. Levay (STScI)

Potreste non saperlo ma l’aurora non è un fenomeno legato unicamente al nostro pianeta. Non si tratta di “un’esclusiva” della Terra. Qualcosa di molto simile accade anche altrove nella nostra galassia. Per quanto unica nel suo genere e differente da ciò cui siamo abituati, l’aurora di Saturno esiste ed è magnifica. Un’immagine ottenuta grazie al telescopio Hubble ha consentito di portare avanti questo specifico studio, con risultati eccellenti.

L’aurora di Saturno

Attraverso la visione ultravioletta dell’aurora di Saturno, si è stati in grado di dimostrare l’origine di queste tempeste, che risultano alimentate principalmente dalla pressione del vento solare. Si fa riferimento, in questi termini, a un flusso enorme di particelle cariche, provenienti dal Sole.

La foto che proponiamo non è di certo recente, ma chiave ancora oggi per spiegare il fenomeno. Risale infatti al 2004. L’aurora luminosa che si può ammirare corrisponde all’arrivo di una perturbazione del vento solare di grandi dimensioni. Mentre sulla Terra le aurore terrestri possono durare minuti o al massimo ore, su Saturno gli eventi si svolgono in tutt’altra maniera. Possono infatti durare anche giorni.

Analisi dell’aurora di Saturno

È impossibile non ritenere affascinante il fenomeno dell’aurora, che sulla Terra si crea quando particelle cariche elettronicamente, che il Sole emette come vento solare, interagiscono con il nostro campo magnetico.

Questo può essere inteso come una sorta di scudo protettivo dell’ambiente terrestre, atto proprio a schermarci dal flusso di particelle del vento solare. Può però intrappolarne una minima parte, in grado di acquisire energia e raggiungere i poli. Giunta in quest’area, interagisce con gli atomi di azoto e ossigeno posti negli strati superiori dell’atmosfera, generando luci variopinte e uno spettacolo unico al mondo.

Come detto, il fenomeno dell’aurora non è presente unicamente sul nostro pianeta, tutt’altro. All’interno dei confini del nostro sistema solare, sono state individuate su altri pianeti, soprattutto su quelli che definiamo giganti gassosi. Ciò perché l’atmosfera che li caratterizza è dominata dall’idrogeno. È il caso di Saturno che, con Giove, Urano e Nettuno, non offre una visione ai nostri occhi di quanto accade. Avvengono infatti nell’ultravioletto. L’atmosfera terrestre non lascia passare quelle frequenze dello spettro elettromagnetico.

Le immagini ottenute da Hubble nel 2004 sono le più complete della regione aurorale settentrionale di Saturno. A lungo hanno consentito il monitoraggio della regione aurorale del pianeta. In questo modo sono stati rilevati dati cruciali per quanto concerne la magnetosfera del pianeta, che è la seconda più grande, dopo Giove, del nostro sistema solare. Stando alle immagini ottenute dalla Nasa, è presente una ricca varietà di emissioni, le cui caratteristiche sono altamente mutevoli.

Le aurore sono caratterizzate da una grande variabilità, influenzata tanto dal vento solare quanto dalla rapida rotazione del pianeta intorno al proprio asse, la cui durata è di undici ore. L’aurora settentrionale evidenzia due differenti picchi di luminosità. Uno all’alba e l’altro poco prima di mezzanotte. Quest’ultimo non era mai stato osservato prima degli scatti del 2004 di Hubble. Appare specifico dell’interazione del vento solare con la magnetosfera, nel corso del solstizio, fotografato, immortalato in video e dipinto da generazioni.

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