Cassiopea, medusa enorme si aggira nei nostri mari: cosa non fare mai se la incontri
La Cassiopea Mediterranea è una delle meduse che merita maggior rispetto e attenzione: non è urticante ed è fondamentale per la catena alimentare
Quando arriva il momento di tuffarsi in mare d’estate, ci si divide sempre in due “fazioni”. Ci sono coloro che si lanciano senza esitazioni e quelli che invece sono titubanti. Non è soltanto una questione di temperature, le paure possono essere dettate dal voler evitare incontri troppo ravvicinati con le meduse. Il problema si ripresenta puntualmente ogni volta che inizia il periodo più caldo dell’anno.
Non tutte le meduse però devono essere demonizzate, anzi c’è un esemplare che dovrebbe essere protetto e salvato a causa del suo ruolo strategico. Si sta parlando della Cassiopea Mediterranea, nota anche con il complicato nome scientifico di Cotylorhiza tubercolata. Questi animali possono diventare pericolosi come quando circondano minacciosamente le imbarcazioni, in realtà la Cassiopea è innocua al 100%.
Le meduse che prendono questo nome raggiungono i 35 centimetri di diametro e hanno una forma quasi inconfondibile. In effetti, a molti ricordano dall’alto un uovo al tegamino, un dettaglio che rende gli esemplari ancora più “simpatici”. Diversamente da altri animali dello stesso tipo, il loro morso non è affatto urticante. Inoltre è fondamentale per garantire la biodiversità in fondo al mare. La Cassiopea garantisce una corretta catena alimentare nei fondali e da qualche tempo a questa parte ci si sta prodigando per capire meglio come comportarsi in caso di avvistamento.
Campagne di sensibilizzazione
Le associazioni marine e nautiche stanno diffondendo messaggi per far conoscere la medusa in questione, puntando sul fatto che ha un aspetto singolare (non molto diverso da una navicella spaziale secondo qualcuno). L’obiettivo di queste campagne è evitare che le meduse Cassiopea vengano uccise in maniera gratuita, magari con dei bastoncini come è accaduto in alcuni casi. Ci si può imbattere in lei non lontano dalla riva e il consiglio degli esperti è quello di riportarla subito in acque più profonde. Tra l’altro, si tratta della medusa più comune in assoluto di tutto il Mar Mediterraneo.
Catena alimentare
La loro presenza nei nostri mari si sta diffondendo in maniera progressiva. Ad esempio, l’Adriatico ha registrato un aumento importante nel corso degli ultimi anni, un segnale inequivocabile che le acque si stanno trasformando. In pratica, le meduse come la Cassiopea stanno prendendo il posto di altri pesci nella catena alimentare marina, più precisamente le specie che vengono sottoposte a uno sfruttamento massiccio. La Cotylorhiza tubercolata continua comunque a svolgere un compito importantissimo, visto che i suoi tentacoli permettono a tanti piccoli pesci di annidarsi, trovare riparo e crescere, come avviene nel caso degli sgombri.
Le segnalazioni delle ultime estati sono state frequenti. È impossibile non riconoscere una Cassiopea Mediterranea. Le dimensioni sono infatti maggiori rispetto ad altre meduse, per non parlare dei colori, a dir poco sgargianti, in particolare il giallo intenso. Si è detto in precedenza che non è urticante, ma comunque bisogna prestare attenzione a maneggiarla. In caso di contatto con i tentacoli, infatti, è possibile avvertire un leggero prurito che però scompare nel giro di breve tempo, diversamente da altre meduse molto più pericolose. La speranza è che le campagne di sensibilizzazione e il maggior numero di informazioni sulla specie facciano la differenza per la sua sopravvivenza.