SCIENZA

Perché il nostro Mar Mediterraneo è a rischio e a cosa andiamo incontro

La salute del Mar Mediterraneo è sempre più a rischio e con essa quella di molte specie marine, come i cetacei che non trovano più nutrimento.

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Il nostro mare è a rischio e per diverse ragioni. Dall’inquinamento alla pesca eccessiva, dal cambiamento climatico alla proliferazione di specie invasive e ancora la presenza di microplastiche, tutti questi fattori stanno mettendo a repentaglio la salute del Mediterraneo. Ma c’è un problema in particolare su cui hanno posto l’attenzione gli scienziati dell’Acquario di Genova: il nostro mare non riesce a nutrire i cetacei.

Perché i cetacei non trovano nutrimento nel Mediterraneo

“Con la diminuzione delle precipitazioni, si osserva una riduzione del flusso di nutrienti dalla terraferma al mare, nutrienti che sono fondamentali per la fioritura del plancton vegetale che sta alla base della piramide alimentare”, dicono gli scienziati dell’Acquario di Genova. Ma c’è di più perché, oltre alla diminuzione delle precipitazioni, anche le ondate di calore hanno ripercussioni sugli organismi marini.

In particolare sarebbero i cetacei a risentire di un problema già noto e di portata globale, ma che sta raggiungendo livelli preoccupanti anche nel Mediterraneo. Diverse specie come delfini e balene (seppur presenti in quantità ridotte rispetto ai primi) si trovano di fronte al rischio sempre più alto di malnutrizione e la carenza di cibo – in questo caso plancton, appunto – può avere un impatto a lungo termine decisamente negativo.

Il problema della malnutrizione dei cetacei non riguarda soltanto le specie interessate in sé, ma l’intero ecosistema marino. Non dimentichiamo che questi animali svolgono un ruolo importante nel mantenimento di un equilibrio che, diminuendo le popolazioni, ovviamente ne risente.

Un progetto per monitorare la salute dei cetacei

Proprio dalla Fondazione Acquario di Genova arriva un nuovo progetto chiamato Promed – Protecting Mediterranean Diversity – che in tre anni si pone l’obiettivo di monitorare il Mediterraneo e raccogliere dati in particolare su mammiferi e rettili marini. Il progetto coinvolge sia gli scienziati dell’Acquario di Genova che una rete di ricerca più ampia con esperti di tutto il bacino.

“Il Mar Mediterraneo è un hotspot del cambiamento climatico per la sua posizione, tra Africa ed Eurasia, e il suo monitoraggio è fondamentale per rilevarne gli effetti”, spiegano sottolineando l’importanza di ampliare l’area di ricerca per “avere un quadro più esaustivo della presenza dei cetacei nel bacino del Mediterraneo”. È un modo per monitorare la loro salute, ovviamente, ma anche per mappare la loro distribuzione entro il bacino e come questa potrebbe variare tenendo conto del cambiamento climatico.

I rischi per il Mar Mediterraneo

La malnutrizione dei cetacei è solo uno dei vari fattori che influenzano negativamente la salute del nostro mare. L’inquinamento è una piaga purtroppo ben nota, una vera e propria minaccia per l’ecosistema marino di origine antropica: scarichi industriali e agricoli, presenza di rifiuti e plastiche, per non parlare delle microplastiche che vengono ingerite dai pesci e sono entrate nella catena alimentare, arrivando nei nostri piatti.

L’inquinamento unito all’innalzamento della temperatura dell’acqua contribuisce, inoltre, alla proliferazione di alghe dannose per molte specie, provocando la morte di vari organismi e alterando l’equilibrio naturale. Se di aumento di temperature si parla, poi, non possiamo tralasciare un altro punto: il riscaldamento e l’aumento di CO2 nell’atmosfera contribuiscono all’acidificazione dei mari, non solo del Mediterraneo, rendendoli così inospitali per molte specie.

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