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SCIENZA

Sembra un'assurda scoperta ma è vera: nelle ossa dei pesci rilevati indizi sul cambiamento climatico

Alcuni scienziati hanno iniziato a studiare le ossa dei pesci per scoprire in che modo cambiano in base al clima: ecco cos'hanno scoperto.

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Avrete sicuramente visto – o quantomeno studiato – che gli alberi presentano dei grossi anelli all’interno dei loro tronchi: sono un ottimo metodo per la loro datazione, ma forniscono anche preziose informazioni sul clima e su come sia cambiato nel corso degli anni. Ebbene, a quanto pare è possibile fare lo stesso con alcune ossa dei pesci. Un team di esperti ha iniziato ad analizzare gli anelli di una particolare specie ittica, scoprendo qualcosa di sensazionale.

Anche i pesci hanno gli anelli (come gli alberi)

Il professor Bryan Black, esperto di dendrocronologia presso il Laboratory of Tree-Ring Research dell’Università dell’Arizona, ha studiato a lungo gli anelli concentrici degli alberi per scoprire in che modo potessero parlarci del cambiamento climatico. Negli ultimi anni, tuttavia, è venuto a sapere qualcosa di davvero curioso: pare che anche i pesci abbiano, in alcune loro ossa, degli anelli in grado di rivelarci molte informazioni utili. Così ha deciso di condurre un’ampia ricerca, nel tentativo di individuare dei modelli climatici negli oceani.

Gli otoliti sono piccoli ossicini presenti all’interno dell’orecchio dei pesci, dove si possono notare quelli che gli esperti chiamano “incrementi di crescita”: somigliano a veri e propri anelli concentrici, che permettono di effettuare una datazione del pesce. In un’intervista pubblicata sul portale dell’Università dell’Arizona, il professor Black ha spiegato come sia giunto a studiare i pesci: “Ero incuriosito da questa idea. Come scienziato degli anelli degli alberi, ho pensato di poter incorporare le tecniche che avevo usato per analizzare gli incrementi di crescita degli alberi per affrontare i problemi nei sistemi marini, analoghi ai problemi che affrontiamo nei sistemi terrestri”.

Gli indizi sul cambiamento climatico

In che modo gli anelli, siano essi di alberi o di pesci, possono fornire indizi sul cambiamento climatico? Il professor Black ha sempre utilizzato la tecnica del crossdating: si tratta di utilizzare i dati raccolti da numerose piante cresciute nello stesso ambiente, per metterli a confronto e trarne alcune importanti conclusioni. Il clima cambia di anno in anno, lasciando il suo segno sui tronchi degli alberi. Può però succedere che un anello non si formi su tutta la circonferenza della pianta. Campionando il tronco, è possibile trovare proprio un punto in cui l’anello non si è formato, perdendo quindi un’informazione preziosa.

Confrontando i modelli di crescita tratti da diverse piante che si trovano nella stessa area, è possibile ovviare a questo problema. Da qui nasce l’idea di applicare il crossdating anche ai pesci, per studiare in maniera più completa la variabilità del clima. Per compiere questo studio, il professor Black ha scelto una specie ittica che non ha un ampio areale e che non migra, in modo da visualizzare gli anelli che si formano nelle sue ossa sia durante la stagione calda che durante quella fredda. La scelta è ricaduta su una specie di scorfano chiamato Sebastes diploproa, che vive nel Pacifico settentrionale e ha un’area di origine piuttosto ridotta.

Inoltre, questo pesce è noto per vivere a lungo e per formare incrementi di crescita annuali e ben visibili. Gli otoliti di questi scorfani vengono raccolti per stimare la loro età e monitorare i loro parametri biologici, essendo una risorsa economica molto importante per via della loro pesca. Questi ossicini possono ora rivelarsi utili anche per scoprire qualcosa in più sui cambiamenti climatici negli oceani, e in futuro persino sul modo in cui le diverse specie ittiche reagiscono a questi fenomeni.