STREAMING E SERIE TV

Dite addio al vecchio streaming senza pubblicità

La vice presidente di Amazon Prime Video spiega come e perché vuole aumentare la quantità di pubblicità sulla piattaforma di streaming: per gli utenti non è un problema

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Fonte: Prime Video

Ancora più spot per chi guarda film e serie TV in streaming: a partire dall’anno prossimo Amazon Prime Video aumenterà gli spazi pubblicitari sulla piattaforma, per massimizzare i guadagni di una base utenti che sembra non aver sofferto più di tanto dell’introduzione della pubblicità, avvenuta in Italia il 9 aprile di quest’anno.

A quasi sei mesi di distanza da quella data, è la vice presidente di Amazon Prime Video Kelly Day ad ammettere, in una intervista rilasciata al Financial Times, che la pubblicità sulla piattaforma sta per aumentare. Secondo la Day, infatti, il “carico pubblicitario” sarà “leggermente aumentato” nel corso del prossimo anno. Inoltre, aumenteranno le occasioni di “product placement“, una forma di pubblicità indiretta all’interno dei contenuti in streaming, e gli annunci “shoppable“.

Pubblicità su Prime Video: per gli utenti va bene

Quando la pubblicità era quasi arrivata su Prime Video gli analisti si sono divisi in due: c’era chi pensava che gli spot avrebbero fatto fuggire il pubblico, causando una marea di cancellazioni di abbonamenti, e c’era chi pensava che gli utenti di Prime Video, come quelli di Netflix e Disney+, non avrebbero fatto una piega.

Avevano ragione i secondi, tanto che la Day ha ammesso al Financial Times che le cancellazioni sono state molto minori del previsto. La vice presidente, però, ha anche specificato che ciò è stato dovuto al fatto che la quantità di spot inseriti da Amazon è stata molto bassa, motivo per cui in futuro ci sarà la possibilità di aumentare gli spot senza alimentare nuovamente il rischio di fughe dalla piattaforma.

Nuove forme di pubblicità

Per rendere più tollerabile la pubblicità all’interno della piattaforma Amazon ha intenzione di variare le tipologie di contenuto pubblicitario, per non infastidire troppo gli utenti. Una delle scelte sulle quali ha intenzione di puntare, sfruttando la sinergia con il suo e-commerce, è quella degli spot “shoppable“.

Amazon, in pratica, vuole mostrare dei contenuti pubblicitari che integrano un pulsante (che l’utente può premere tramite il telecomando della TV). Questo pulsante non fa altro che inserire il prodotto sponsorizzato nel carrello Amazon dello spettatore, in modo che l’utente possa ritrovare facilmente, dopo la visione del contenuto, il prodotto per lui interessante e, eventualmente, comprarlo.

Su Prime Video, inoltre, aumenterà il cosiddetto product placement, che consiste nell’inserire prodotti in bella vista all’interno di film e serie TV, in questo caso prodotte da Amazon.

Come la vecchia TV?

Il meccanismo che ha in mente Amazon, ma in realtà lo hanno in mente tutte le piattaforme di streaming, è quello, ben noto, della rana bollita: basta aumentare la temperatura a poco a poco e la rana non scapperà dalla pentola. Aumentare i ricavi facendo crescere gli abbonati, d’altronde, è sempre più difficile (e costoso) mentre aumentare i ricavi per ogni utente è ancora possibile (e a costo zero).

La TV in streaming diventa ogni giorno più simile alla vecchia TV digitale terrestre, ma ai telespettatori sembra andar bene così. Un po’ perché alla pubblicità ci sono già abituati, un po’ perché la quantità e qualità dei contenuti disponibili sulle piattaforme in streaming è ancora nettamente superiore a quello della TV tradizionale.

Lo conferma il fatto che, oltre allo streaming in abbonamento, a crescere sono anche le piattaforme FAST gratuite, ma con pubblicità. Cosa che sembra confermare, ancora una volta, che il problema della TV tradizionale non sta nella pubblicità, ma nei contenuti.

Ma sembra anche indicare che, nel giro di pochi anni, potrebbero sparire del tutto gli abbonamenti senza pubblicità a tutte le principali piattaforme di streaming. E’ già tempo, forse, di dire addio allo streaming senza spot.

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