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Google sta testando gli annunci pubblicitari all'interno dei chatbot AI di terze parti

Google sta testando la pubblicità dentro i chatbot AI di terze parti. Le nuove strategie per l’advertising in risposta all’evoluzione delle modalità di ricerca

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Chatbot AI advertising Fonte foto: Hodoimg / Shutterstock.com

Da sempre la Ricerca Google è un’attività fondamentale per l’azienda di Mountain View e, grazie all’advertising, anche una delle principali fonti di guadagno che nell’ultimo trimestre ha fruttato oltre 50 miliardi di dollari.

Con l’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa, però, sempre più utenti hanno cambiato il modo in cui effettuano ricerche in rete, affidandosi ai vari chatbot disponibili che oltre a fornire risposte ai loro dubbi, sono anche in grado di articolarle in testi approfonditi. E questo cambio nelle abitudini delle persone, potrebbe rappresentare “un problema” per il motore di ricerca che potrebbe ripercuotersi anche sulla pubblicità. Per questo motivo, Big G starebbe testando nuove modalità di advertising da inserire proprio all’interno delle conversazioni con l’AI.

La nuova idea di advertising di Google

Secondo quanto riportato da Bloomberg, Google sta collaborando con startup come iAsk e Liner per testare nuovi modelli pubblicitari da applicare ai chatbot. Da quel che sappiamo, i primi test avrebbero già dato risultati più che positivi, al punto da spingere Big G ad ampliare la rete AdSense per includere anche le interazioni tramite AI. Di solito, questo tipo di annunci compaiono nei risultati di ricerca e vengono distribuiti tra i vari siti web. Ora il colosso della tecnologia sta provando una strada diversa e la pubblicità inizia ad apparire direttamente all’interno delle conversazioni generate da chatbot di terze parti.

Così facendo, dunque, Google permette ai siti di monetizzare anche attraverso interazioni tramite contestuali. Su iAsk, ad esempio, gli annunci compaiono sotto le risposte generate, mentre su Perplexity i brand possono sponsorizzare le domande successive a una query.

Al momento, questa funzione è ancora in fase di test, ma è chiaro che se le persone continueranno a utilizzare i chatbot AI per trovare informazioni, questa espansione di AdSense potrebbe diventare definitiva e essere d’aiuto per sostenere i profitti. Importante sottolineare che per adesso non c’è traccia di pubblicità dentro Gemini o nella ricerca AI Mode, tuttavia se questa nuova modalità di ricerca continuerà a crescere in questa direzione, non si esclude un cambio di rotta da parte di Google, con comparsa dei primi annunci anche sui piani free.

La strategia di Google

Con un numero sempre maggiore di utenti che si rivolgono ai chatbot per le proprie ricerche, è chiaro che Google teme una diminuzione di traffico sulla sua piattaforma. Per questo motivo, integrare la pubblicità anche all’interno dei canali AI rappresenta un modo strategico per continuare a generare ricavi pubblicitari, anche in questo ecosistema digitale in costante evoluzione.

Dall’altra parte è anche vero che Big G sta cercando in tutti i modi di raggiungere (e superare) OpenAI e i suoi prodotti basati sull’intelligenza artificiale, offrendo ai consumatori diversi strumenti in modo totalmente gratuito, come Deep Research e la generazione video di Veo 2, ad esempio. Nonostante i limiti imposti a chi utilizza un account gratuito, l’utilizzo di queste tecnologie ha comunque un costo per l’azienda di Mountain View e la pubblicazione di annunci pubblicitari su prodotti di IA gratuiti potrebbe potenzialmente servire anche a compensare una parte di queste spese.