La cometa più grande mai osservata è in viaggio verso la Terra
Scoperta la più grande cometa mai osservata con telescopi moderni: illuminerà i cieli per decenni.
Si chiama Bernardinelli-Bernstein, ed è stata vista per la prima volta nel lontano 2014 da un telescopio nel Deserto di Atacama, in Cile. La conferma della scoperta da parte del Minor Planet Center di Cambridge è arrivata soltanto nel Giugno 2021: la ricerca di corpi celesti oltre Nettuno del Dottor Pedro Bernardinelli, dell’Università di Washington, ha regalato al mondo una nuova cometa.
E non si tratta di una cometa qualunque: è così grande che si crede le sue dimensioni possano essere paragonabili a quella della immensa scia luminosa che attraversò il Sistema Solare nel 1729, ad oggi la più grande cometa mai vista da occhio umano.
La cometa Bernardinelli-Bernstein
La cometa si trova a miliardi di chilometri dal Sole, quasi al doppio della distanza che divide la nostra stella da Nettuno, oltre l’oscurità dello spazio profondo. Secondo le stime degli scienziati, il nucleo della cometa misura 150 chilometri: si tratterebbe quindi della cometa più grande mai studiata con telescopi moderni.
La cometa Bernardinelli-Bernstein proviene dalla nube di Oort, la nube sferica di comete oltre il confine del Sistema Solare da cui si crede provengano le cosiddette comete “di lungo periodo”, come Hale-Bopp, la grande cometa del 1997.
Secondo Bernardinelli, le cui osservazioni sono state pubblicate su The Astrophysical Journal Letters, si tratta di una cometa primordiale, presumibilmente uno degli oggetti celesti più antichi che possa capitare di scorgere dalla Terra, e quasi certamente di una cometa di lungo periodo, che sarà visibile nei nostri cieli per anni.
Nei prossimi dieci anni, la cometa Bernardinelli-Bernstein si avvicinerà al nostro pianeta: sarà visibile fino al 2040 e probabilmente anche oltre.
In rotta verso il Sistema Solare
La cometa si sta avvicinando. Dalla nube di Oort, la cometa Bernardinelli-Bernstein arriverà molto vicina al Sole, appena più distante di quanto non si trovi Saturno rispetto alla sua stella.
Il 21 Gennaio del 2031 la cometa raggiungerà il punto più vicino al nostro pianeta, a circa 1 miliardo e mezzo di chilometri dal Sole: allora, in base alla quantità di gas rilasciati, potrebbe essere visibile anche con strumentazioni amatoriali. Sarà nel punto più vicino al Sole in oltre tre milioni di anni.
Secondo le numerose osservazioni seguite alla scoperta di Bernardinelli, la cometa stava rilasciando gas sufficienti a formare la tipica coda delle comete già quando si trovava a oltre 3 miliardi di chilometri dal Sole.
Sembrerebbe che la cometa Bernardinelli-Bernstein contenga abbastanza materiali volatili da riuscire a creare una coda anche alle temperature dello spazio profondo: generalmente, le comete iniziano a formare la propria coda, con la sublimazione dei composti ghiacciati in gas, in prossimità del Sole. La grande cometa che illuminerà la volta celeste nei prossimi decenni, invece, ha già iniziato a formare la sua coda: ciò non soltanto conferma le dimensioni epiche del corpo celeste appena scoperto, ma dà anche un importante indizio sulla sua origine.
La cometa deve essere, nelle parole di Bernardinelli, un oggetto “straordinariamente incontaminato”, capace di parlare dei più profondi segreti che si celano ai confini del Sistema Solare. D’altronde, come ricorda Ben Montet, co-autore del documento con Bernardinelli, “ È sorprendente cosa sia possibile ottenere da un numero relativamente ridotto di fotoni”.
La comunità scientifica è in fermento: alcuni scienziati stanno già pensando a come raggiungerla, quando sarà vicina, con una navicella spaziale.