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SCIENZA

Da dove viene davvero il nostro DNA? La risposta che non ci aspettavamo

Una sensazionale scoperta dell'Università di Hokkaido potrebbe riscrivere la storia della vita sulla Terra a partire dalle origini del DNA

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DNA: da dove proviene? Fonte foto: 123RF - ralwel

Per la prima volta nella storia, sono state individuate in alcuni meteoriti tutte le componenti fondamentali del DNA, la molecola che contiene le informazioni genetiche ed ereditarie di tutte le cose viventi sulla Terra.

L’importante studio, recentemente pubblicato su Nature Communications, sembra suggerire che gli elementi semplici del DNA, cioè i mattoncini alla base della vita, potrebbero essere arrivati sul nostro pianeta trasportati da oggetti provenienti dalle profondità dello spazio.

DNA e meteoriti: la scoperta

Il DNA è una lunga catena a forma di doppia elica che si trova all’interno di ogni cellula di tutti gli organismi viventi sulla Terra. Definito come “la base fondamentale della vita”, è composto di una lunga catena di cromosomi, a sua volta costituita da elementi più piccoli che si chiamano nucleotidi.

I nucleotidi, gli anelli della catena della vita, sono formati da tre molecole: uno zucchero, un fosfato e una cosiddetta base azotata. Ecco, le basi azotate del DNA sono quattro in totale, e sono divise in due categorie: le purine e le pirimidine.

La sensazionale scoperta degli scienziati dell’Università di Hokkaido riguarda proprio le basi azotate del secondo tipo: mentre adenina e guanina – le due basi dette purine – erano già state trovate nei meteoriti in studi di cinquant’anni fa, non si era ancora trovata con certezza traccia di pirimidine negli oggetti provenienti dallo spazio.

Finalmente, il team di ricercatori guidato da Yasuhiro Oba, è riuscito a individuare le due basi azotate mancanti in alcuni frammenti di origine roccia extra-terrestre: ciò significa che gli impatti coi corpi celesti potrebbero aver “contribuito all’emergere delle proprietà genetiche delle prime forme di vita sulla Terra”.

Le origini della vita

Carl Sagan lo sosteneva già all’inizio degli anni Ottanta, nella serie di documentari Cosmos: “Siamo, nel senso più profondo del termine, i figli del Cosmo”. E i primi studi sulla presenza di DNA nei meteoriti risalgono a un’epoca ancora più lontana; una ricerca degli anni Sessanta individuò adenina e guanina, le basi azotate del tipo purina, in un meteorite di condrite carbonacea rinvenuto alla fine dell’Ottocento a Orgueil, nel sud della Francia.

Da allora si è alla ricerca delle pirimidine, i “mattoncini mancanti”: trovare tracce di citosina o timina in una roccia proveniente dallo spazio indicherebbe che proprio in quelle rocce potrebbe nascondersi il seme da cui originò la vita sul nostro pianeta, per come la conosciamo.

Nello studio guidato da Yasuhiro Oba sono stati analizzati tre meteoriti piuttosto celebri, tra gli scienziati: il meteorite “australiano” del Lago Tagish, tra i più antichi mai trovati, quello del Lago Murray, che invece è tra i più grandi del mondo e Murchison, che è uno dei meteoriti in assoluto più studiati – proprio per le sue particolari qualità chimiche.

Come si legge nello studio: “Oltre alle purine già individuate nei meteoriti, come la guanina e l’adenina, abbiamo identificato diverse basi del tipo pirimidina”. L’assenza di basi di questo tipo, in effetti, era “rimasta un mistero sin da quando esperimenti di laboratorio dimostrarono che questi composti possono originare dai precursori chimici individuati nei meteoriti”, spiegano gli scienziati.

Questo studio “dimostra che le basi azotate di origine meteoritica potrebbero essere state, su un pianeta Terra primordiale, l’elemento costitutivo del DNA e dell’RNA”. E si unisce alle recenti scoperte d’importanza storica sul DNA – aggiungendo una nuovo tassello che aiuterà gli scienziati del futuro a decifrare il mistero della vita.

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