Estate boreale: cos'è, perché preoccupa e a cosa andiamo incontro ora
Segnato un nuovo record mondiale di temperatura con un aumento di 0,69 °C rispetto alla media del periodo 1991-2020: l'estate boreale è estrema
Negli ultimi anni, il cambiamento climatico è diventato una realtà innegabile che influisce su ogni aspetto del nostro pianeta. Una delle manifestazioni più evidenti di questo fenomeno è l’aumento delle temperature dell’estate boreale e, per la precisione, il 2024 ha segnato un punto (negativo) di svolta.
Infatti, quella attualmente in corso è stata (ed è) la stagione più calda mai registrata fino ad adesso. Una stagione che per via delle temperature record che hanno superato ogni previsione ha avuto ripercussioni tangibili su ecosistemi, economia e qualità della vita.
Cos’è l’estate boreale?
Ma andiamo per ordine: cosa s’intende per estate boreale? Con queste parole ci si riferisce alla stagione estiva nell’emisfero settentrionale della Terra, che include Europa, Asia, Nord America e parte dell’Africa del Nord. Questa stagione, che va da giugno ad agosto, è associata a un clima più caldo ma anche a una variabilità significativa delle condizioni meteorologiche che, tradizionalmente, sostiene la crescita agricola, le attività ricreative e il turismo.
Nell’ultimo decennio però l’estate boreale è diventata sempre più estrema a causa dell’impatto antropico e in particolare dell’emissione di gas serra come il biossido di carbonio (CO₂) e il metano (CH₄). Tali emissioni intrappolano il calore nell’atmosfera, causando il riscaldamento globale e il conseguente cambiamento climatico che si traduce in eventi estremi come ondate di calore, incendi boschivi e tempeste violente, diventati più frequenti e intensi.
Visto il registrarsi sempre più ripetuto di questi eventi estremi, l’estate boreale è diventata un indicatore critico dei mutamenti del clima e gli ultimi dati registrati, come abbiamo già accennato, hanno confermato che la situazione è sempre più allarmante.
Quali sono i picchi raggiunti durante l’estate 2024?
Andando proprio ai dati, secondo il Servizio sui cambiamenti climatici di Copernicus (C3S), l’estate boreale 2024 ha segnato un nuovo record mondiale di temperatura media, con un aumento di 0,69 °C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Questo valore ha superato il precedente record di 0,66 °C stabilito solo un anno prima, nel 2023.
I mesi di giugno e agosto 2024 sono stati i più caldi mai registrati a livello globale e il mese di agosto, in particolare, ha registrato una temperatura media dell’aria superficiale di 16,82 °C, ben 0,71 °C sopra la media del periodo 1991-2020. Questo dato rappresenta anche un incremento di 1,51 °C rispetto ai livelli preindustriali, mostrando quanto rapidamente le temperature stiano aumentando.
Guardando all’Europa, le temperature sono state senza precedenti: la temperatura media di agosto 2024 è stata di 1,57 °C sopra la media del periodo 1991-2020, rendendo il mese il secondo agosto più caldo mai registrato dopo quello del 2022. A livello continentale, l’estate 2024 ha registrato un aumento di 1,54 °C rispetto alla media, superando il record stabilito nel 2022.
Le conseguenze
Il ragionamento potrebbe apparire ridondante, ma le conseguenze di un’estate boreale così estrema sono molteplici e preoccupanti. Si va dalla proliferazione di malattie trasmesse da vettori come zanzare e zecche, all’aumento degli incendi boschivi, passando al surriscaldamento delle acque che minaccia la vita marina, comprese le barriere coralline, che sono particolarmente vulnerabili.
Ancora, le condizioni più calde e più secche favoriscono il fenomeno dell’acidificazione degli oceani, che mette a rischio le catene alimentari marine e la pesca, fondamentale per milioni di persone in tutto il mondo. Anche a livello socioeconomico, gli eventi climatici estremi legati all’estate boreale 2024 hanno generato enormi costi: la perdita di raccolti agricoli a causa di siccità prolungate, le inondazioni e gli incendi hanno danneggiato le economie locali e globali.