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La IA viene usata per flirtare sulle dating app, funziona realmente?

Molti usano l’IA per scrivere messaggi brillanti su app di dating, ma dal vivo non reggono il confronto: così il fascino creato da ChatGPT svanisce faccia a faccia

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Dating online Fonte foto: Shutterstock

Quando si conosce qualcuno su una dating app, i primi scambi di messaggi sono tutto: bastano poche battute ben riuscite per decidere di vedersi dal vivo, o al contrario, per chiudere la conversazione prima ancora che inizi davvero. Online abbondano gli screenshot di approcci romantici, alcuni geniali, altri esilaranti proprio per quanto sono maldestri. Ma oggi bisogna fare attenzione: dietro quelle frasi spiritose e perfette potrebbe nascondersi una intelligenza artificiale. Non nel senso che la persona dall’altra parte dello schermo non esiste (anche se con le app di incontri il rischio c’è, e si prova a prevenirlo), ma che sta usando ChatGPT o altri chatbot per scrivere messaggi più brillanti, romantici o sicuri di sé. In pratica, sta affidando il proprio fascino a un algoritmo.

Le persone che usano ChatGPT e chatbot IA per fare colpo online

Il Washington Post ha acceso i riflettori su un fenomeno che, a ben vedere, era solo questione di tempo. Secondo un articolo pubblicato dalla testata statunitense, sempre più persone si affidano all’intelligenza artificiale per conquistare potenziali partner su app di dating come Hinge o Tinder.

Lo fanno usando chatbot come ChatGPT, ma anche app apposite come Rizz o Wing AI, che sono appunto progettate per aiutare chi è timido, impacciato o chi per qualche altra ragione non riesce a flirtare con naturalezza.

Un esempio riportato dal Post è quello di Richard Wilson, 31 anni, che aveva intrattenuto una intelligente, divertente e piacevole conversazione con una persona online. Quando i due si sono incontrati dal vivo, però, è stata una delusione. Dopo un paio di appuntamenti, Wilson si è reso conto che l’IA aveva fatto tutto il lavoro online e che questa persona, dal vivo e senza il supporto dell’algoritmo, non era affatto brillante e sciolta come aveva lasciato intendere.

I rischi di farsi aiutare da una IA per flirtare con qualcuno

Dopo che l’IA ci ha aiutati a scrivere saggi scolastici, lettere di presentazione e persino barzellette, e ha influenzato il modo in cui parliamo, non sorprende che sia stata reclutata anche nel mondo degli appuntamenti. Ma usare un chatbot per conquistare qualcuno online è ovviamente un rischio: prima o poi arriverà sempre il momento in cui bisognerà metterci davvero la faccia.

Secondo gli esperti, l’IA può servire da “apripista”: può essere efficacemente usata da alcuni per rompere il ghiaccio, ad esempio, oppure per dare una spinta iniziale a una conoscenza virtuale. Ma a lungo andare, per quanto sia banale ripeterlo, quello che conta davvero è l’autenticità: imbarazzi, insicurezze, timidezze e gaffe incluse.

Fingere di essere più interessanti, divertenti o sensibili di quanto si sia davvero, grazie a un assistente virtuale, può facilmente rivelarsi controproducente. Ma c’è anche un altro rischio: l’IA utilizzata in questo modo porta a costruire (e a presentare all’altra persona) una versione idealizzata di noi stessi, priva di difetti e di cedimenti, e capace di dare sempre la risposta giusta.

Qualcuno che non esiste, insomma. Questo genera aspettative ovviamente impossibili da mantenere e in alcuni casi è inevitabile finire per deludere perché non si è all’altezza di quella idealizzata versione digitale di sé stessi.